Il caso del serial killer che confessa dopo 35 anni e si toglie la vita

Le Grelé era un serial killer ricercato per numerosi omicidi e stupri. Vicino a essere arrestato dopo tanti anni, si è suicidato

Grazie all’esame del Dna, è stato accertato che il corpo ritrovato senza vita due giorni fa, il 29 settembre scorso vicino a Montpellier, era quello di Le Grele, uno dei serial killer e stupratori più famosi della Francia. L’uomo suicidatosi era in realtà Francois Vérove, 59 anni, insospettabile pensionato. Si chiude uno dei più importanti casi polizieschi irrisolti in Europa.

Vérove era un ex gendarme ed ex-poliziotto, fu “attivo” come criminale tra il 1986 e 1994. Di Le Grelé però non vi erano foto, solo un identikit che non aveva permesso di rintracciare il colpevole. Sul corpo di una delle vittime era stata però rinvenuta una traccia di Dna dell’assassino che aveva permesso di creare una sorta di impronta ematica.

Francois Vérove, alias Le Grele, in una foto recente

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La svolta è avvenuta negli scorsi mesi, quando è stato ordinato l’esame del Dna ai gendarmi in servizio a Parigi nel periodo dei crimini. Il metodo con cui erano stati commessi i reati aveva gettato il sospetto si membri delle forze dell’ordine, secondo il nuovo magistrato. Questo deve avere gettato nello sconforto Le Grelé, trovatosi davanti alla certezza di essere scoperto. Da qui il possibile motivo del suicidio.

Le Grelé era accusato di numerose violenze carnali ai danni di donne a ragazzine e di almeno quattro omicidi: quello di Cecile, bimba di soli 11 anni, lo strangolamento di una coppia nel 1987 e quello della 19enne Karine Leroy, scomparsa nel 1994 nella regione di Parigi. Francois Vérove invece appariva alla famiglia e ai vicini molto diverso da uno stupratore e assassino.

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Era sposato e padre di famiglia, aveva lasciato la Gendarmerie per diventare poliziotto in seguito a un incidente sul lavoro ed era in pensione. Lascia una lettera in cui confessa di essere il celebre Le Grelé, di avvertire il peso delle sue responsabilità dovute a problemi giovanili, di non conoscere le sue vittime e di sentire il fiato sul collo della polizia.

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