Una donna ungherese di 44 anni, madre del bambino, è sottoposta a fermo per omicidio a Città della Pieve. Ecco cos’è successo.
Una donna ungherese di 44 anni è sottoposta a fermo con l’accusa di aver ucciso il figlio di due anni. La donna nega ogni addebito ma a quanto pare un coltello, trovato nella sua borsetta e altri elementi raccolti alimenterebbero i sospetti. Gli inquirenti lo stanno analizzando per chiarire se sia quella l’arma del delitto. Il bimbo morto presentava ferite da taglio al petto.
Da una prima ricostruzione, la donna è entrata in un supermercato a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve (Perugia) e aveva il figlio pieno di sangue in braccio. Lo ha messo sul nastro trasportatore fermo della cassa del supermercato e ha chiesto aiuto. Subito sono sopraggiunti i soccorsi che hanno tentato inutilmente di salvare il piccolo. La donna non si è allontanata ma è rimasta lì e i carabinieri l’hanno fermata. La madre del bambino sembrava in stato confusionale e avrebbe dato versioni contrastanti sull’accaduto.
Intanto fuori dal supermercato c’era il passeggino sporco di sangue. Gli inquirenti stanno esaminando tutti gli elementi raccolti. La madre si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma con l’avvocato, Enrico Renzoni, ha negato di aver assassinato il figlio. La donna avrebbe raccontato di essere giunta per caso a Po’ Bandino, a piedi, da Chiusi dove si trovava da un amico, mentre il padre del bambino è all’estero.
Ha inoltre raccontato di aver lasciato un momento da solo il figlio per andare a riprendere un giocattolo e quando è tornata da lui era già ferito. Avrebbe detto di essersi trovata lì da sola.
Intanto sui social hanno inviato una foto del bambino insanguinato al padre del piccolo, in Ungheria. Presumibilmente sarebbe stata la madre tramite social. L’uomo, quando ha visto la foto ha contattato le autorità, come hanno spiegato gli investigatori.
Secondo i dati raccolti dagli inquirenti la madre sarebbe la responsabile del delitto perché era l’unica ad aver passato con il figlio le ore precedenti al suo decesso. Gli investigatori stanno esaminando filmati estrapolati dalle telecamere di video sorveglianza e altri elementi raccolti dai carabinieri che fanno propendere per questa pista.
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Nella zona antistante il supermercato i militari hanno trovato parecchi oggetti che appartengono a madre e figlio. Tra questi il passeggino, dei giocattoli, un peluche, un pannolino usato, alimenti vari. Hanno inoltre trovato altri oggetti in un casolare abbandonato che si trova nei pressi di quell’area.
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Nel casolare hanno rinvenuto anche una maglietta sporca di sangue con tagli sulla parte anteriore e una felpa della donna. I carabinieri hanno effettuato altre verifiche sul casolare. Durante il primo interrogatorio la donna ha dato versioni «confuse e contraddittorie che hanno corroborato il quadro indiziario e hanno ulteriormente fatto propendere per l’emissione del decreto di fermo».