L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva rimane davanti al presidente di estrema destra Jair Bolsonaro con un margine significativo nelle preferenze degli elettori. In un’intervista di Repubblica, tuttavia, dichiara che “in Brasile può accadere di tutto”.
Per Lula, Bolsonaro racconta un paese che non esiste. “È andato all’Onu per raccontare una bugia. Una fantasia. Ha descritto un Brasile che esiste solo nella sua testa. Ha parlato per il suo pubblico che è formato da milizie e da neofascisti. Poteva dire all’Onu una verità che si coglie tutti i giorni: 15 milioni di disoccupati, 30 milioni che soffrono la fame. Quando abbiamo governato noi, nel pieno della crisi della Lehman Brothers, il Brasile era rispettato, eravamo protagonisti sul tema ambientale. Ne siamo usciti a testa alta. Tutto questo è stato cancellato”.
Lula non crede al rischio golpe nel Paese, ma è convinto che “chi ora guida il Paese avrà difficoltà a lasciare il potere”. “Ci penserà la grande maggioranza dei brasiliani a difendere la democrazia con il voto”.Il sostegno degli elettori per Lula era al 44% questo luglio secondo i sondaggi Datafolha, mentre Bolsonaro si assestava sul 26%. In un ballottaggio simulato tra i due, Lula vincerebbe il 56% dei voti contro il 31% del presidente in carica.
Molti altri sondaggi mostrano il chiaro vantaggio di Lula mentre la popolarità di Bolsonaro scivola a causa dell’aumento dell’inflazione, dell’alta disoccupazione e della gestione pandemica. Le elezioni si svolgeranno ad ottobre 2022. La popolarità di Bolsonaro ha raggiunto il punto più basso da quando è entrato in carica nel 2019. Il sondaggio Datafolha ha mostrato che il 53% degli intervistati disapprova il suo operato
Lula e l’appello alla sinistra italiana
Secondo Lula, “la destra estrema ha vinto per la diffusione costante di bugie. Il mio partito poteva trionfare anche una quinta volta. Questo, ad alcuni settori economici e finanziari anche internazionali, dava fastidio”. Per l’ex presidente, infatti, “c’è stata una chiara strategia dietro quello che è accaduto. Bisognava interrompere il processo economico del nostro governo. Si volevano privatizzare i grandi poli energetici, le industrie strategiche, lo stesso Banco del Brasile”.
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Lula ha quindi rivolto un appello alla sinistra, anche quella italiana, affinché torni “ad avere il coraggio delle sue scelte. Difenderle, portarle avanti. Un Paese non si può affidare alle soluzioni di un presidente ma alle persone che vivono ogni giorno la realtà. Questo è ciò che chiamo democrazia, la stessa che ha consentito che un metalmeccanico diventasse presidente del Brasile e un indio presidente della Bolivia”.