Un giorno, quando lo incontreremo, lui ci chiederà conto delle volte che abbiamo rifiutato il suo cuore, che fino all’ultimo momento è pronto a donarsi a noi.
Beato l’uomo che medita la legge del Signore giorno e notte:
darà frutto a suo tempo. (Cf. Sal 1,2-3)
Esdra aprì il libro della legge e benedisse il Signore, e tutto il popolo rispose: Amen, amen!
Dal libro di Neemìa
Ne 8,1-4a.5-6.7b-12
In quei giorni, tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi. Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!». Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni e a esultare con grande gioia, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate.
Parola di Dio.
R. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.
La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Parola del Signore.
Gesù, con il mandato ai suoi apostoli, manda ognuno di noi ad annunciare questa buona novella: che Dio è venuto sulla terra per portare al mondo gli strumenti per avvicinare ognuno di noi a lui, e definitivamente al suo Regno di eterna felicità.
Se tutti abbiamo gli strumenti a disposizione per avvicinarci a Lui, che sono innanzitutto i Sacramenti, è perché qualcuno ha speso la sua vita per far conoscere Gesù alle persone, lavorando per quella “vigna” descritta nel Vangelo, che è l’umanità nella storia. Ci sono persone che hanno lasciato tutto, pensiamo ai missionari, che si sono spesi e si spendono tutt’oggi per gli altri, per i poveri, e per far conoscere il Vangelo dell’amore. Per poter anche noi lavorare per il regno dell’Amore di Dio, cosa possiamo fare?
Il commento al Vangelo di ieri:
Possiamo innanzitutto accogliere Gesù, lasciandoci trasformare il cuore, e soprattutto confidare nella sua Misericordia. Accogliere Gesù vuol dire accogliere il suo perdono. Chi non accoglie Dio vuol dire che non accoglie il suo perdono e la sua azione di grazia. Quante scuse frapponiamo al nostro incontro con Lui? Quante volte Dio vorrebbe donarci il suo abbraccio di pace e noi lo rifiutiamo? Un giorno, quando lo incontreremo, lui ci chiederà conto delle volte che abbiamo rifiutato il suo cuore, che fino all’ultimo momento è pronto a donarsi a noi.
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