L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato a 1 anno per finanziamento elettorale illecito. Condanna potrà essere scontata agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’accusa: “Sapeva che non bisognava superare il plafond, ma ha continuato”.
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato a una seconda pena detentiva dopo essere stato riconosciuto colpevole di finanziamento illegale in campagna elettorale. In occasione della corsa alla presidenza del 2012 – che ha tra l’altro visto la sua mancata rielezione – il plafond sarebbe stato sforato di 16 milioni di euro . Il 66enne, che rimane comunque una figura influente della destra francese, ha ricevuto una condanna a un anno che, nel caso venisse confermata in appello, su decisione del giudice potrà essere scontata agli arresti domiciliari, indossando un braccialetto elettronico alla caviglia.
L’accusa: “Sarkozy sapeva, ma ha continuato con la campagna”
Come si apprende dai media internazionali, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato riconosciuto colpevole di finanziamento illegale della campagna per le elezioni del 2012. Condannato a un anno di carcere senza condizionale (la pena massima prevista), il tribunale di Parigi ha disposto che la pena sarà eseguita “sotto il regime della sorveglianza elettronica”. In tribunale, il procuratore di stato ha sottolineato come Sarkozy, nel realizzare “una promozione in stile americano”, abbia sforato i costi al di sopra del limite legale. In particolare, l’accusa ha affermato che i contabili avevano avvertito Sarkozy del superamento del limite ufficiale di spesa (fissato a 22,5 milioni di euro), ma lo stesso ex presidente avrebbe insistito per organizzare e tenere più eventi di campagna elettorale. Alla fine dei conti, però, la spesa per la campagna è arrivata a toccare almeno 42,8 milioni di euro – quasi il doppio del limite legale.
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Sempre secondo quanto si apprende dai media, consapevole di quanto stesse accadendo, Nicolas Sarkozy sarebbe poi rimasto coinvolto nel “caso Bygmalion“, ovvero un sistema di doppie fatturazioni atto proprio a nascondere lo sforamento delle spese elettorali. Sebbene l’ex presidente non sia stato ritenuto responsabile delle fatturazioni, “conosceva l’ammontare del plafond, sapeva che non bisognava superarlo. Ma ha continuato con l’organizzazione dei comizi, permesso nuove iniziative e volontariamente omesso, in qualità di candidato, di esercitare un controllo sulle spese”.
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L’ex capo di Stato, che non era presente alla lettura della sentenza, ha partecipato soltanto una volta alle audizioni del processo, svoltosi la primavera scorsa. La difesa di Sarkozy parla però di inconsapevolezza relativa allo sforamento del plafond, e soprattutto di mancata conoscenza delle false fatturazioni realizzate per mascherare il sistema di spesa. “Sono responsabile politicamente, amministrativamente, ma non penalmente“, aveva dichiarato l’ex presidente nel giugno scorso. Insieme a lui, comunque, sono altri 13 gli indagati – tutti dirigenti del partito – ad essere stati condannati per complicità.