Manca sempre meno alla elezioni amministrative di Roma, ma i candidati non smettono di farsi la guerra: lo ha dimostrato Carlo Calenda.
Il conto alla rovescia è iniziato già da qualche giorno. Le urne si avvicinano e la tensione tra i candidati a sindaco di Roma inizia a farsi sempre più pesante. E forse è per questo motivo che, a tre giorni dalla chiusura dei comizi in vista del primo turno delle amministrative per il Campidoglio, il leader di Azione Carlo Calenda ha innescato una pesante polemica con il suo ex partito politico – contro cui concorrerà per diventare primo cittadino di Roma – cioè il Partito democratico.
L’ex ministro del MISE (Ministero dello Sviluppo economico) ha infatti accusato i dem romani di avere una classe dirigente da cambiare da cima a fondo. La critica è partita dalla diffusione di un sondaggio, commissionato dal Pd romano, secondo cui il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri sarebbe il favorito per la vittoria già dal primo turno.
Calenda ha prima citato il sondaggio in questione, per poi ricollegarsi alle persone che si muovono all’interno della rete democratica della Capitale. “Il Pd sta facendo circolare su delle liste broadcast, in spregio alle normative, un sondaggio affidato ad una agenzia sconosciuta che ovviamente dice che Gualtieri è Obama. E’ solo l’ultimo episodio. Gli attacchi fatti da molti dirigenti fatti per gli apprezzamenti che mi ha rivolto Giorgetti“, ha detto l’ex ministro in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook.
E poi ha iniziato a “fare nomi e cognomi”, come direbbe l’ex premier Giuseppe Conte: “Le persone che controllano il vertice del Pd romano, Bettini, Astorre e Mancini, sono un problema“. Calenda parla anche di “atti tra il colpo basso e la disperazione”. Infine si è rivolto direttamente al suo “rivale” nella corsa verso il Campidoglio, Roberto Gualtieri: “E’ inutile che dici non mi interessa polemizzare con Calenda e poi mandi avanti quattro scherani. Sei una persona capace e perbene, non c’è bisogno di farti prendere la mano da questa gente”. E dalle parole, Calenda è passato ai fatti: ha presentato un esposto all’AgCom sulla vicenda.
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Non si è fatta attendere la replica dei dem capitolini. A rispondere a Calenda è stato proprio il rappresentante legale del Pd romano, Renato Palmisano: “Non capiamo sulla base di quale presupposto Carlo Calenda provi a minacciare di fare un esposto contro il Partito democratico di Roma per un sondaggio di cui è entrato in possesso surrettiziamente e che non è stato divulgato in alcun modo dal Pd di Roma. Si tratterebbe di quella che in gergo si definisce lite temeraria”, ha fatto sapere l’avvocato. Per poi aggiungere: “Se i dati del sondaggio commissionato dal Pd Roma – secondo le regole – non piacciono a Carlo Calenda, non possiamo farci nulla. Saranno gli elettori, domenica, a dire la loro“.
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La guerra aperta con le candidature, quindi, non si ancora chiusa. Andrà avanti fino all’ultimo, fino a domenica 3 e lunedì 4 ottobre, giornate in cui i romani si recheranno alle urne per scegliere il prossimo sindaco per la città. Ed è tutti contro tutti, soprattutto per i quattro principali candidati: Carlo Calenda, Virginia Raggi, Enrico Michetti e Roberto Gualtieri.
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