I profili dei quattro principali candidati per le elezioni di Roma: la campagna elettorale, il programma, la posizione nei sondaggi.
Uno dei primi a candidarsi nella corsa a sindaco di Roma. Carlo Calenda, leader di Azione, ha annunciato la sua partecipazione alla elezioni amministrative della Capitale lo scorso anno, nell’ottobre 2020. All’epoca solo Virginia Raggi, la sindaca uscente, aveva preannunciato che avrebbe tentato l’impresa di ottenere un secondo mandato. Da quel momento è iniziata la campagna elettorale di Calenda, che sta contribuendo a creare polemiche fino alla fine. L’ultima proprio oggi, mercoledì 29 settembre, con cui il candidato di Azione ha accusato il Partito democratico romano di aver commissionato un sondaggio secondo cui il candidato del centrosinistra, Roberto Gualtieri, sarebbe il favorito per la vittoria già dal primo turno. Ma chi è Carlo Calenda?
Chi è Carlo Calenda
Classe 1973, Carlo Calenda si è laureato in giurisprudenza per poi iniziare la sua carriera professionale lavorando per società finanziarie. Nel 1998 passa alla Ferrari di Luca Cordero di Montezemolo, dove diventa responsabile della gestione della relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie. Prima della politica passa anche per Sky, Confindustria, Interporto Campano e Interporto Servizi Cargo.
Il percorso che lo porterà a candidarsi a sindaco di Roma inizia nel 2013, quando viene nominato viceministro dello sviluppo economico nel governo Letta, e poi confermato con lo stesso incarico nel governo Renzi. Nel 2016 torna al MISE come ministro, incarico poi confermato nel governo Gentiloni. Aderisce al Partito democratico il 6 marzo 2018 e a fine 2019 è già il momento dell’addio, causato dalla scelta dei dem di entrare a palazzo Chigi a fianco del Movimento 5 stelle. A quel punto decide di fondare un nuovo partito, Azione. Da lì, il passo alla candidatura è stato breve. Ma cosa propone Calenda per risollevare la Capitale?
Il programma di Carlo Calenda
Il programma di Carlo Calenda è diviso in due macrosezioni: la parte dedicata alla città nel suo complesso, e quella dedicata ai singoli Municipi. Nella prima il leader di Azione ha diviso le proposte in sedici categorie: rifiuti e pulizia urbana, per rendere Roma pulita subito e risolvere il problema dei rifiuti in maniera autonoma, sostenibile ed efficiente; mobilità e trasporto, per garantire spostamenti veloci e organizzati, grazie a trasporti pubblici capillari e affidabili; commercio, per favorire il rilancio delle attività commerciali di Roma; cultura, da rendere un elemento strategico per lo sviluppo e la valorizzazione della Capitale; lavori e servizi pubblici, per dare ai romani infrastrutture pubbliche di qualità; museo, per onorare la storia antica della città in un’unica grande struttura; politiche sociali ed educative, per rendere Roma una città più equa; Politecnico, per rendere Roma competitiva in tema di ricerca e innovazione a livello nazionale e internazionale; pubblica amministrazione e digitale, per riorganizzare e digitalizzare la PA di Roma.
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E ancora: sicurezza, per incrementare videosorveglianza, illuminazione, contrastare la malamovida riforma il corpo di Polizia Locale; sport, per dare spazio a più impianti ed eventi locali e internazionali; stadio della Roma, per cui non servono altre parole; sviluppo economico, per far tornare Roma a crescere, investendo su formazione, lavoro e i settori strategici per la città; turismo, per aumentare i visitatori della città e fare in modo che spendano di più e si fermino più a lungo; urbanistica, per assicurare uno sviluppo urbanistico sostenibile e garantire tempi certi per i nuovi interventi; verde pubblico, per salvare le aree verdi dal degrado, valorizzare le ville storiche e attrezzare giardini e parchi con servizi e aree giochi.
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