Finisce in carcere accusato di aver rubato una bici. Lo assolvono 15 mesi dopo:«È paraplegico, furto impossibile»

Daniele Leotta, 44 anni, leccese, era finito in prigione per il furto di una bici. Ma è paraplegico e dopo 15 mesi lo hanno assolto

Sentenza-Meteoweek.com

Un 44enne di Lecce, Daniele Leotta, come riporta La Repubblica, è finito in carcere per 15 mesi con l’accusa di aver rubato una bicicletta. L’uomo ha sempre detto di essere innocente poiché dal 2012 è paraplegico. Ad attestare la sua infermità, l’ospedale e la commissione invalidi. L’uomo non riesce a deambulare e non potrebbe mai prendere una bici e pedalare come una persona in buone condizioni di salute.

Tra l’altro, negli ultimi mesi il suo stato si è aggravato e usa stampelle e sedia a rotelle. Il 16 giugno 2020, tuttavia, l’uomo è finito in prigione accusato del furto di una bicicletta da 200 euro, il cui furto è occorso a Lecce, in via Archimede.

Un carabiniere ha infatti visto le immagini delle telecamere di video sorveglianza durante l’inchiesta e si è detto certo che a commettere il furto vi fosse proprio Leotta. Il 44enne è finito in galera per 15 mesi. L’uomo era, in realtà, già ai domiciliari per altri reati, e con il nuovo reato per lui si sono spalancate le porte del carcere.

Leggi anche:—>Delitto Laura Ziliani, ultimo sms alle amiche:«Per la festa della mamma vado dalle mie bimbe»

Intanto il suo legale, Raffaele Benfatto, ha deposito documenti che attestano che il 44enne è paraplegico e che ormai sono dieci anni che l’uomo non è in grado di deambulare normalmente. Nonostante sia forte la somiglianza con la persona registrata dalle telecamere, la pm Annalisa De Benedictis, ha assolto Leotta “per non aver commesso il fatto”.

«Appare quanto meno inverosimile», è scritto nelle ragioni della sentenza, «che Leotta nelle condizioni di grave compromissione deambulatoria possa aver condotto una bicicletta e nell’incertezza probatoria, in considerazione degli apporti documentali difensivi, si ritiene che l’unica decisione possibile sia quella assolutoria».

Leggi anche:—>Omicidio Chiara Ugolini: Emanuele Impellizzeri si è impiccato in carcere

Ma il caso non è del tutto chiuso perché il 44enne ha passato 15 mesi in carcere da innocente e si è aggravato. Ecco perché, quando la sentenza diventerà definitiva, si valuterà una richiesta di indennizzo per essere rimasto ingiustamente in carcere.

Gestione cookie