I profili dei quattro principali candidati per le elezioni di Roma: la campagna elettorale, il programma, la posizione nei sondaggi.
La prima sindaca donna di Roma. L’attuale prima cittadina della Capitale, Virginia Raggi, è in carica dal 2016 in quota Movimento 5 stelle. Al primo turno delle elezioni amministrative di cinque anni fa ottenne 461190 preferenze – pari al 35,25 per cento – risultando la candidata più votata. In seguito vinse al ballottaggio con Roberto Giachetti, candidato sindaco del Partito democratico, con 770564 voti, corrispondenti al 67,15 per cento delle preferenze. Con la sua vittoria, Raggi conquistò 29 seggi in Assemblea capitolina.
Eppure, nel corso del suo primo mandato da sindaca, le cose sono cambiate. Dai 29 seggi iniziali, Raggi si è ritrovata con una maggioranza sgretolata da mesi tra litigi, accuse incrociate, presunti tradimenti e personalismi. E così lo scorso agosto, quando il Movimento ha provato a cambiare l’ordine dei lavori del consiglio comunale con l’obiettivo di votare subito il piano di riordino delle partecipate, i pentastellati sono stati messi di fronte alla realtà: con 26 voti contrari e soltanto 18 a favore, la seduta si è conclusa. Raggi, tuttavia, non si è arresa e ha deciso di ricandidarsi per le elezioni amministrative che si terranno i prossimi domenica 3 e lunedì 4 ottobre 2021. Ma chi è Virginia Raggi? Cosa ha fatto prima di diventare la sindaca di Roma Capitale?
Chi è Virginia Raggi
Virginia Raggi, classe 1978, si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. La pratica da avvocato l’ha fatta presso lo studio legale di Cesare Previti, per poi andare a lavorare nello studio dell’avvocato Pieremilio Sammarco. Nel 2006 ha ottenuto l’iscrizione all’Ordine degli avvocati. La sua carriera “politica” ha radici nel territorio: entra a far parte del comitato di quartiere locale in zona Ottavia, dove spicca per la proposta di una petizione per chiedere l’istituzione di una navetta per la locale stazione ferroviaria.
Il suo percorso di attivismo si incrocia con il Movimento 5 stelle nel 2011, quando Raggi entra ufficialmente a far parte del gruppo. Da lì inizia la sua ascesa verso il Campidoglio, che si conclude in maniera fortunata nel 2016. Cinque anni dopo, Raggi riuscirà a replicare la sua esperienza da prima cittadina? Cos’è cambiato nel suo programma? Vediamolo.
Il programma di Virginia Raggi
Il programma elettorale di Virginia raggi si chiama “Avanti con coraggio. Il futuro è di Roma” ed è composto da 100 pagine. La parola chiave è “continuità” e infatti tutti i punti si articolano sul completamento di interventi e iniziative messe in atto durante il primo mandato da sindaca. Tanto che il programma, invece di partire direttamente snocciolando le nuove proposte, prima ci tiene a ricordare agli elettori le “cose fatte” dal 2016 al 2021.
Così, per ogni sezione del programma, c’è una parte dedicata ai traguardi già tagliati, per far capire il punto dal quale avrebbe intenzione di ripartire Raggi se venisse rieletta. Da lavori e opere pubbliche, allo sviluppo economico, passando per le politiche abitative, il lavoro nelle periferie, il turismo, l’urbanistica, il verde, lo sport e la qualità di vita, la mobilità sostenibile, la scuola, la sicurezza, la pubblica amministrazione, le politiche sociali, la cultura, e i rifiuti.
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Virginia Raggi nei sondaggi
Negli ultimi giorni sono stati realizzati due diversi sondaggi: quelli di Ipsos per il Corriere della Sera e di Swg per il Messaggero. Nel primo Virginia Raggi sarebbe posizionata al terzo posto con il 15,5 per cento, staccata dai primi due: Enrico Michetti, candidato per il centrodestra, avrebbe il 36 per cento e supererebbe il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri, che arriverebbe invece al 28,5 per cento. Tra i quattro candidati principali per queste amministrative, dopo Raggi si piazzerebbe solo Carlo Calenda, con il 14 per cento.
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Nel secondo sondaggio invece, l’ultima arrivata risulterebbe Raggi, con un range che va dal 15 al 19 per cento. Sopra di lei, al terzo posto, Calenda, con una percentuale di preferenze tra il 18 e il 22 per cento. Infine i primi due posti sarebbero sempre occupati da Michetti e Gualtieri, ma con numeri diversi. In vetta alla classifica sempre il centrodestra, ma con percentuali che vanno dal 29 al 33 per cento. A seguire si posizionerebbe il centrosinistra con Gualtieri, con variazioni tra il 26 e il 30 per cento.