Si è tolto la vita in carcere Alexandro Riccio, il detenuto che aveva ucciso la moglie e il figlio di 5 anni. A trovarlo gli agenti di polizia penitenziaria di Ivrea, nella notte tra sabato e domenica. Aperta un’indagine da parte della Procura.
Aveva tentato il suicidio già nel gennaio scorso, gettandosi dal balcone dopo avere ucciso la moglie e il figlio. Alexandro Riccio, 39enne di Torino, è riuscito infine a togliersi la vita in carcere, dove era stato portato a seguito dell’arresto per duplice omicidio. A ritrovare il suo corpo senza vita sono stati gli agenti della polizia penitenziaria di Ivrea, nella notte tra sabato e domenica. Una situazione estremamente drammatica quella delle carceri, tanto che già nella giornata di ieri aveva tentato di uccidersi anche l’assassino di Clara Ceccarelli, Renato Scapusi – che infierì sulla donna con 30 coltellate nel suo negozio di pantofole in centro a Genova.
Aveva tentato il suicidio 8 mesi prima
Un epilogo drammatico. Alexandro Riccio, il 39enne che il 29 gennaio scorso, a Carmagnola (Torino), aveva ucciso la moglie Teodora Casasanta e il figlioletto Ludovico (di appena 5 anni), si è suicidato nella sua cella, nel carcere di Ivrea. Sono stati gli agenti di polizia penitenziaria a ritrovare il suo corpo, impiccato con i pantaloni della tuta a una inferriata. L’estremo gesto sarebbe stato commesso senza che il compagno di cella se ne accorgesse, mentre dormiva. Sull’episodio la Procura di Ivrea ha ora aperto un fascicolo, un procedimento al momento a carico di ignoti.
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Riccio era stato dimesso dal reparto dell’ospedale Molinette di Torino non molto tempo fa. L’avvocato Giuseppe Lopedote che lo assisteva, ha raccontato di averlo visto “venerdì, insieme al consulente per la perizia psichiatrica. Nel corso dell’incontro non ha mostrato alcun intento suicida“. Ora il legale è in attesa di essere convocato come persona informata sui fatti dalla Procura di Ivrea.
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Le intenzioni suicide di Riccio, tuttavia, erano note fin dal giorno della strage da lui commessa. “Vi porto via con me“, aveva lasciato scritto in un bigliettino poco prima di strappare alla vita sua moglie e suo figlio. I carabinieri avevano ritrovato la donna morta sul letto, martoriata da una violenta serie di colpi. Il corpo del bambino, invece, era stato rinvenuto nel corridoio, con la gola tagliata. Il 39enne, invece, aveva pianificato il suo suicidio tagliandosi i polsi, bevendo candeggina e lanciandosi dalla finestra di casa. Finito in gravissime condizioni ma rimasto in vita, l’uomo era stato infine arrestato e trasportato in carcere.