Le liste a sostegno di Bernardo (centrodestra) preventivano 850 mila euro, circa 4 volte di più di quello che spenderà il sindaco uscente Beppe Sala.
Le voci più rilevanti rimangono per tutti quelle per i manifesti e i volantini. Sarà una campagna low budget rispetto al passato causa la sua brevità – di fatto durerà un mese – e le norme anti covid che faranno sparire i maxi appuntamenti, i concerti di chiusura e i grandi palchi nelle piazze. Nonostante questo il centrodestra a Milano spenderà più di 800 mila euro (per l’esattezza 825.650) per la campagna elettorale del candidato sindaco Luca Bernardo e delle liste di coalizione (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Civica Luca Bernardo, Milano Popolare-Lupi, Partito Liberale Europeo).
La lista che investirà di più è proprio la lista civica che porta il nome del candidato sindaco: 350 mila euro, di cui 120 mila euro in manifesti. Nel centrodestra, la lista che si è prefissata di spendere meno è quella del Partito Liberale Europeo (PLE), con poco più di 15 mila euro. Molto più bassa la cifra stimata dal centrosinistra: poco più di 230 mila euro di cui più della metà (125 mila) da parte del Partito democratico. Il divario più evidente è quello che, sempre sulla carta, separa la civica di Luca Bernardo, con un budget stimato di 350mila euro, dalla civica di Beppe Sala che prevede 8mila euro.
Spese “dimezzate rispetto al 2016”, racconta la segretaria Silvia Roggiani che spiega l’intenzione di una campagna più sobria “con meno grandi eventi a favore di incontri piccoli ma diffusi in tutti i quartieri”, e “l’obiettivo di stare tra le persone, ancora più di prima”. Non è però la lista più ‘risparmiosa’ del centrosinistra: la battono ben tre liste, ovvero Milano Radicale (settemila euro), Miilano Unita (seimila euro) e Milano in Salute (cinquemila euro). Più disponibilità economica da parte dei Riformisti (oltre 50 mila euro), la lista di centro che unisce Azione, Italia Viva, Alleanza civica, +Europa, Centro democratico e altre sigle. Infine irrisoria la spesa preventivata dal Movimento 5 Stelle con la candidata a sindaco Layla Pavone: appena mille euro
Questi sono i dati che emergono dai bilanci preventivi: i documenti che i candidati e le liste che li sostengono sono obbligati a depositare per legge al momento della consegna degli elenchi dei candidati. I bilanci non sono vincolanti: non c’è alcun obbligo di spendere la cifra esatta che viene comunicata. I candidati sono invece obbligati a presentare un bilancio consuntivo delle spese sostenute entro 30 giorni dalla fine delle elezioni. I partiti più strutturati, come il Pd, e liste e candidati alleati, presentano preventivi che in genere non si discostano troppo dalla cifra finale. Nel centrodestra e nel Movimento 5 stelle, invece, i bilanci di previsione sono spesso compilati in modo più indicativo.
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Il candidato del centrodestra a Milano, il dirigente di pediatria Luca Bernardo, sulla carta è molto più ricco del suo rivale Sala. Qui però si vedono i limiti dei bilanci preventivi. I soldi destinati a Bernardo, infatti, sembrano più che altro intenzioni di spesa a cui non hanno corrisposto reali erogazioni. Lo stesso Bernardo è entrato in polemica con i partiti del centrodestra che lo sostengono. Li ha accusati di essere in ritardo con il versamento di una rata da 50mila euro e ha minacciato di ritirarsi dalla candidatura se non avessero rimediato. Fonti vicine alla campagna di Bernardo hanno confermato che al momento le risorse effettivamente impegnate sono solo una frazione di quelle indicate nel bilancio di previsione.