Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto all’Assemblea di Confindustria, la prima in presenza dopo il blocco dovuto alla pandemia, incassando un lunghissimo applauso e una standing ovation da parte degli industriali. Durante l’intervento il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha caldeggiato un patto sociale per uscire, tutti insieme, dalla crisi. Un patto rilanciato dallo stesso Mario Draghi durante il suo intervento.
Dal palco di Confindustria l’attesa, e l’ammirazione, per l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi è tanta. Il premier è intervenuto all’Assemblea di Confindustria, la prima in presenza dopo il blocco dovuto alla pandemia. E non si è trattato di un incontro pro forma qualsiasi con un capo di governo: quella con Mario Draghi ha tutta l’aria di un’intesa destinata a restare e alimentarsi. “Signor presidente, ci faccia realizzare i nostri bellissimi sogni“, dice il presidente di Confindustria Carlo Bonomi dal palco. Per farlo, secondo Bonomi servono riforme strutturali che “l’Italia aspetta da troppo tempo“, serve un governo deciso, in grado di lasciar stare i giochi di bandierina e di consenso generalmente avanzati dai partiti. Serve – dice Bonomi – “un uomo della necessità” come Mario Draghi. Poi, un appello al governo e uno al sindacato per realizzare quel Patto per l’Italia che Bonomi chiede dall’Assemblea 2020: “Facciamolo almeno noi, non perdiamo altro tempo“. Ai rappresentanti delle principali sigle sindacali dice: “Perché non lavorare insieme per estendere il più possibile la collaborazione diretta?“.
Un appello che il “signor presidente” rilancia durante il suo discorso, alzando gli occhi dal testo scritto per interagire direttamente con la platea di industriali, ribadendo: serve un patto tra le forze economiche e sociali. “Le parole di Bonomi suggeriscono che si possa iniziare a pensare a un patto economico, produttivo, sociale del Paese. Ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme“, sottolinea Draghi durante il suo intervento. “Era una nostra convinzione già dall’anno scorso che servissero relazioni industriali forti, il fatto che Draghi abbia dato l’avallo ci richiama alle nostre responsabilità, andare al tavolo con convinzione”, incalza Bonomi nella conferenza stampa dopo l’assemblea. Bene, il patto è fatto, almeno a parole, almeno tra Draghi e industriali. Standing ovation per Draghi. Bisognerà capire cosa è contenuto nel patto, però. E un indizio in questo senso ce lo forniscono le parole di Draghi.
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Cosa ha detto Draghi
A delineare i beneficiari di questo Patto – che richiederà uno sforzo in più anche da parte delle imprese – è lo stesso Draghi: “Vorrei che oggi tutti noi condividessimo una prospettiva di sviluppo, o vogliamo chiamarla Patto, a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni. Nessuno può chiamarsi fuori“. Alle imprese verranno chiesti sforzi, partecipazione, ma stando a quanto riaffermato da Draghi non verranno chieste tasse in più: “Voglio riaffermare, penso sia importante, che il governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse. In questo momento i soldi si danno e non si prendono“. Sospiro di sollievo per gli industriali, si può andare avanti: “La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l’anno scorso. Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d’Europa. Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività. La sfida per il Governo – e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali – è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile“. Per farlo, sono necessari alcuni ingredienti imprescindibili: unità, buona gestione della pandemia, riforme.
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Questi gli elementi per scavallare i problemi strutturali del Paese, a cui si aggiungono i problemi contingenti, come il rincaro delle bollette e, in generale, l’aumento dell’inflazione che sta investendo diversi Paesi, cittadini privati e aziende, e tanti settori. A tutti questi Draghi dice: il governo c’è, sta lavorando per alleggerire al meglio il peso di questo momento economico si spera di passaggio. Poi aggiunge, però, che la sfida è anche e soprattutto quella legata al futuro, e non è più prorogabile: “La transizione ecologica non è una scelta ma una necessità“. Per accompagnarla serve una riconversione delle strutture produttive, che a sua volta necessita di “buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale“. Inoltre, ribadisce Draghi, bisogna “accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia italiana“. In questo senso va inserito l’invito a sedersi per un “patto economico e sociale“. E in questo senso l’accento deve cadere anche sull’aggettivo “sociale“. Confindustria sembra aver recepito solo il primo aggettivo, esaltando un rapporto quasi simbiotico con Draghi che – per tutta risposta – lunedì prossimo riceverà ufficialmente i segretari di Cgil, Cisl e Uil.
Bonomi blinda Draghi
Ad ogni modo quelle di Draghi sono parole che hanno scaldato il cuore di Confindustria, che chiede riforme per risolvere al più presto almeno i problemi strutturali, quelli legati al passato. Riformare, dunque, è la parola d’ordine. Chi sarà il riformatore? Mario Draghi, ovviamente, soprattutto se si parla di Pnrr: “Basta rinvii, basta veti, basta giochetti. È una strada profondamente sbagliata quella del gioco a risiko delle bandierine del consenso effimero“. Ecco allora che Confindustria, stando alle parole di Bonomi, si ripropone di diventare un soggetto ancora più attivo nella vita politica e non solo economica: Confindustria si opporrà a chi intralcia il processo di riforme e a chi “flirta con i no vax invece di pensare alla sicurezza dei cittadini e lavoratori“. Per questo – è questo il sottinteso – sono necessari meno partiti e più governo. O meglio: sono necessari meno partiti per come l’abbiamo conosciuti fino ad ora.
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Un punto neanche troppo sottinteso: “Ecco perché noi imprese non esitiamo a dire che ci riconosciamo nell’esperienza di questo governo e ci auguriamo che continui a lungo e oggi torniamo a esprimergli con forza raddoppiata tutto il nostro apprezzamento”, senza che i partiti “attentino alla coesione del governo pensando alle amministrative o al Quirinale”, ha detto Bonomi. Insomma, Confindustria vuole essere sempre più presente nelle scelte di governo, flirta con Draghi, lo applaude, e ad assottigliare il confine tra politica e imprese ci pensa lo stesso Bonomi, quando arriva ad affermare: “Noi ci battiamo per gli interessi del Paese, prima che dell’industria”. Sarà, bisogna capire se gli interessi del Paese interpretati da Confindustria sono gli interessi di tutti. O almeno della maggioranza.