Virologi in Tv solo con autorizzazione. Polemica sulla scelta del governo: “No al bavaglio ai medici sui media”

Il governo ha accolto l’ordine del giorno avanzato da Giorgio Trizzino (Gruppo Misto): i virologi potranno andare in Tv solo sotto autorizzazione. Scoppia la polemica, Bassetti: “No al bavaglio ai medici sui media”.

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virologi in tv solo con autorizzazione: “No al bavaglio” – meteoweek.com

I virologi potranno comparire in televisione e fornire informazioni sull’emergenza sanitaria soltanto previa autorizzazione da parte della propria struttura sanitaria. Questa la decisione del governo, che ha accolto un ordine del giorno dell’ex 5 Stelle Giorgio Trizzino (ora Gruppo Misto). “Questo strombazzamento mediatico costruito spesso per la ricerca della ribalta e della notorietà è responsabile di un numero imprecisato di vittime. Credo che non si sia posta la necessaria attenzione al fenomeno e che adesso si debba porre un freno a questa vergogna”, ha infatti spiegato Trizzino.

Il governo, dunque, interverrà per quanto di competenza, “affinché l’esercente la professione sanitaria dipendente di una struttura pubblica o privata, siano esse convenzionate o accreditate, nonché i dipendenti e i collaboratori, gli organismi ed enti di diretta collaborazione con il Ministero della salute possano fornire informazioni relative alle disposizioni concernenti la gestione dell’emergenza sanitaria in corso, tramite qualunque mezzo di comunicazione, previa esplicita autorizzazione della propria struttura sanitaria”.

Sempre secondo l’ordine del giorno, l’autorizzazione dovrà essere fornita all’esperto all’inizio della partecipazione pubblica – sia essa televisiva, radiofonica, per mezzo stampa, o con qualunque altro sistema di comunicazione –  “al fine di evitare di diffondere notizie o informazioni lesive per il Sistema Sanitario Nazionale e di conseguenza per la salute dei cittadini”.

La risposta dei virologi: “No al bavaglio”

Immediata, però, la polemica sollevata dai virologi. “Non si può mettere un bavaglio a medici e professori che parlano sui media di come evolve una malattia infettiva perché fino a prova contraria siamo in uno Stato democratico. Limitare la libertà di parlare sarebbe gravissimo, scandaloso, questo è fascismo. Sarebbe una norma che rasenta la stupidità, il ridicolo”, ha infatti esordito Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova.

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“Personalmente – prosegue l’esperto – dico che sono un professore universitario e per dire cosa penso in tv non devo chiedere l’autorizzazione a nessuno se parlo della mia materia, quella di Trizzino è una proposta liberticida. Magari invece si faccia una proposta di legge per i politici che vanno a parlare in televisione di Covid e medicina senza saperne niente, si stabilisca che dovrebbero studiare prima di parlare. Non ci limiteranno, continueremo a spiegare questa malattia“.

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Della stessa linea è anche il virologo Fabrizio Pregliasco, che dal canto suo parla di un vero e proprio “attacco ai professionisti sanitari che parlano con i media“, un attacco che è “incomprensibile e inconcludente”. “Più che l’autorizzazione delle aziende sanitarie di appartenenza, la necessità di una Carta che contenga modalità e principi per la divulgazione di notizie scientifiche”, spiega ancora Pregliasco. Per Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, si tratta invece di censura: “Fa specie che un professionista abbia da subire una censura preventiva nell’esprimere un’opinione o su una spiegazione tecnica sul Covid. Questo è un bavaglio”.

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