La mano delle mafie su farmaci e mascherine. L’allarme della Dia

Il dark web è il luogo dove le organizzazioni criminali commercializzano gli stupefacenti. Ma ora anche dispositivi anti-covid e farmaci

La Dia (Direzione Investigativa Antimafia) lancia l’allarme sulle organizzazioni criminali che cercano di inserirsi nel mercato sanitario per i loro affari. Il dark web è il loro luogo preferito per la commercializzazione illegale di farmaci contraffatti e dispositivi di sicurezza contro il Covid, prodotti che si vanno ad aggiungere alla vendita dei più “tradizionali” stupefacenti del narcotraffico.

Le organizzazioni criminali da sempre impegnate nel mercato della contraffazione, con una leadership consolidata in ambito internazionale, hanno intravisto in quello dei farmaci un potenziale settore da poter inquinare con la produzione di beni contraffatti approfittando della difficile tracciabilità anche negli approvvigionamenti soprattutto dei dispositivi di protezione individuale e di prodotti medicali, farmaceutici e parafarmaceutici – si legge nel documento preparato dal focus sulle organizzazioni criminali con base all’estero.

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“I sodalizi hanno mostrato ancora una volta notevoli capacità di adattamento ai cambiamenti socio-economici, come nel redditizio settore degli stupefacenti superando le limitazioni imposte per gli spostamenti personali e rimodulando le tradizionali modalità di trasporto e di distribuzione della droga con il ricorso alla pratica del ‘darknet market’ che consente il recapito per posta del materiale acquistato on line sui mercati esteri” scrivono dalla Dia.

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Nella relazione però si sottolinea come “di pari passo è aumentato però l’impegno nel formare investigatori specializzati in attività di indagine finanziaria nella rete internet, un ambito in cui la formazione degli investigatori, grazie al ruolo di Cepol (Agenzia dell’Unione Europea per la Formazione delle Forze di Polizia), che anche nel semestre in corso, sebbene condizionato dall’emergenza sanitaria, ha continuato a svolgere da remoto”.

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