Roma, smantellato un importante traffico criminale di spaccio di “droga dello stupro” e altre sostanze stupefacenti. Sono sei gli arrestati. La consegna delle dosi avveniva anche a domicilio tramite monopattini elettrici.
Smantellato a Roma un importante giro della cosiddetta “droga dello stupro“. Secondo quanto si apprende, a partire dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura. Sono quindi finite in manette 6 persone, quattro uomini e due donne, tutti di nazionalità italiana, cinese e bengalese. Le accuse a loro carico vanno dallo spaccio alla detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
I clienti: medici, professori e istruttori della Gdf
Secondo quanto viene riportato, i militai dell’arma del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro hanno scoperto l’esistenza di due differenti contesti criminali, entrambi radicati e impegnati nella Capitale. I gruppi di occupavano di smercio e traffico di droghe sintetiche, quali lo Shaboo, la Yaba, potenti metamfetamine, cocaina e anche Ghb (conosciuta come “droga dello stupro”).
Tali sostanze stupefacenti venivano fornite da una grossista cinese, individuato in Toscana, che si occupava di organizzare il trasporto e la consegna degli ordini fino a Roma, tramite corrieri cinesi. Alternativamente, il quantitativo acquistato dai gruppi veniva altresì inviato tramite mezzi ferroviari o autovetture a noleggio, così da eludere eventuali controlli e destare meno sospetti.
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Arrivata in suolo romano, la droga finiva in mano ai pusher, che vendevano e consegnavano le dosi ai vari clienti sparsi sul territorio anche a domicilio, utilizzando monopattini elettrici. Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dall’aggiunto Giuseppe Conzo, tra gli acquirenti più abituali, le autorità avrebbero identificato diversi professionisti, anche del mondo universitario – ma si parla anche di ballerini, medici e sportivi.
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In particolare, come si apprende da La Repubblica, nella lista dei clienti vi sarebbe un professore ordinario de La Sapienza della facoltà di Medicina; un medico che abita al centro di Roma (il quale riceveva a casa lo Shaboo); un ballerino e scenografo poco più che trentenne; un istruttore di arti marziali della Guardia di Finanza.