Il candidato sindaco di Roma per il centrodestra Enrico Michetti risponde alla polemica sul suo programma, assente dal sito internet ufficiale fino a poche ore fa.
Alla fine il programma è apparso: anche sul sito ufficiale. Enrico Michetti, candidato sindaco di Roma per il centrodestra, alla fine pubblica il suo programma, che a quindici giorni dalle elezioni ancora non era reperibile dalla relativa sezione del suo sito internet ufficiale. L’assenza del programma aveva innescato una polemica, sia mediatica che politica, che il candidato per il centrodestra ha voluto stroncare contrattaccando: “Il mio programma, come quello di tutti i candidati, è stato regolarmente depositato presso la casa comunale 20 giorni fa, in occasione della presentazione delle liste e per legge avrebbe dovuto essere pubblicato dal Comune sul proprio Albo Pretorio (art 71 comma 2 e 73 comma 2 del Testo unico degli enti locali) come ho illustrato ieri al programma Tagadà di La7. Strano che i miei avversari lo ignorino e facciano anche dello spirito”.
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Dunque il programma c’era: bastava andare a verificare: “Il programma – ha spiegato Michetti in una nota – una volta depositato diventa un documento ufficiale ed è quello che fa fede e non quello che si pubblica sui siti privati. Peraltro – ha aggiunto – a seguito della trasmissione di cui sopra, il Comune ha prontamente provveduto a pubblicare i link di tutti i programmi dei candidati al comune”. In realtà nessuno dubitava che il programma esistesse: sarebbe stato davvero clamoroso se a due settimane dalle elezioni un candidato sindaco – tra l’altro in testa ai sondaggi – non avesse a disposizione l’elemento alla base della sua campagna elettorale. Il problema era proprio l’assenza di questo fondamentale documento dal sito. Cliccare sulla voce “programma” e trovare solo la frase “Pagina in allestimento” dava l’idea di una preoccupante sciatteria che un candidato sindaco non può proprio permettersi.
E quando Michetti descrive la sua pagina ufficiale un “sito privato” dice una cosa formalmente giusta, ma tecnicamente errata. La comunicazione oggi è un elemento centrale e fondante dell’attività politica, e passa ormai molto attraverso internet. Chi si candida quasi sempre mette subito online il suo sito, e lo usa come strumento di propaganda insieme ai social. Perchè costruirsi un sito se poi lo si deve lasciare incompleto? Tra l’altro lasciando vuota la parte che interessa di più a chi ti deve votare? E’ questo l’aspetto su cui Michetti glissa, ma che di fatto ha innescato la polemica.
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