La società messinese risultava fallita da oltre 10 anni. Una truffa reiterata su cui sono intervenuti gli uomini della Guardia di Finanza
Tre imprenditori di origini siciliane sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Messina su ordine del gip, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Previsto anche il sequestro di una società e di provviste finanziarie per un valore complessivo di oltre 1.5 milioni di euro.
L’indagine che ha portati agli arresti parte dal dissesto della N.C. s.r.l. di Messina, società operativa nel settore della fabbricazione di apparecchi per telecomunicazioni, ma dichiarata fallita dal Tribunale nel marzo 2017. Stando all’accusa sarebbe esistito “un programmato modus operandi, finalizzato alla sistematica decozione di imprese appartenenti all’ampio e noto gruppo societario, a beneficio di altre società” affermano dalla Guardi di Finanza.
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Gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina, che hanno preso in esame vicende societarie anche risalenti agli ultimi 20 anni. Da questo si evince una singolare operazione economico-finanziaria, per circa 8 milioni di euro, attinente un credito vantato dalla fallita N.C. s.r.l. nei confronti di una sua società partecipata, la AD N. s.r.l., attiva nell’ideazione di campagne pubblicitarie.
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Le indagini svolte “hanno consentito di ipotizzare le contestazioni provvisorie di bancarotta e di false comunicazioni sociali e che dovranno trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, come l’operazione complessivamente intesa risultasse meramente strumentale, finalizzata ad occultare la perdita di esercizio che sarebbe dovuta scaturire dalla svalutazione del credito, di contro mostrando ai creditori una solidità e floridità patrimoniale ed economico – imprenditoriale della fallita N.C. s.r.l. di fatto inesistente“, dicono ancora le Fiamme gialle.