Dei bambini di 10 anni sono stati reclutati come cassieri dagli spacciatori. Eseguiti 20 arresti da parte delle autorità competenti.
A Catania alcuni bambini sono stati scoperti a vendere droga e incassare i soldi per conto degli spacciatori. Un bambino è visto prendere i soldi, guardare con attenzione la banconota da 20 euro e indicare al cliente col dito il luogo dove è nascosta la dose. È una scena che si ripete nella zona di San Cosimo, roccaforte dell’omonimo clan mafioso capeggiato da Maurizio Zuccaro nello storico rione San Cristoforo di Catania.
Bambini usati per spacciare, arrestate 20 persone
A riprendere la scena sono state le telecamere nascoste dei Carabinieri del comando provinciale e della compagnia Fontanarossa che per un anno hanno indagato su un Quadrilatero del rione sgominando tre gruppi che gestivano un fiorente traffico di cocaina, crack e marijuana in tre piazze di spaccio.
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I militari dell’Arma hanno eseguito 18 arresti, altre due persone sono irreperibili. Nei video si vede anche una donna spacciare davanti ai due figli: uno che ha meno di 10 anni e le sta accanto, mentre l’altro è così piccolo che è in una carrozzina. E’ stato ripreso anche uno spacciatore che vendeva la droga mentre era agli arresti domiciliari: lancia la dose dalla finestra di casa e ad incassare i soldi ci penseranno persone fidate, anche bambini.
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Tra i capi di questi gruppi Roberto Spampinato, 50 anni, che la Dda indica come «figura di elevata caratura criminale». Tra gli arrestati c’è anche Concetta Zuccaro, 67 anni, sorella del boss ergastolano Maurizio, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Cosa Nostra, accusata di tenere la cassa di uno dei gruppi. L’inchiesta ha fatto luce anche sue due tentate estorsioni, a una farmacia e a una concessionaria di automobili.
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In una delle estorsioni, denunciata dalla vittima, l’intermediario sarebbe un commerciante che la vittima aveva conosciuto a una riunione per promuovere l’allestimento di una Candelora in onore di Sant’Agata. Il pizzo iniziale richiesto era di 90 mila euro, sceso poi a 70mila o alla vendita di un’auto di lusso. I due estorsori sono stati arrestati, il commerciante intermediario è indagato.
Per il comandante provinciale dei carabinieri di Catania, il colonello Rino Coppola, «resta vivo l’imperativo di denunciare, fidandosi delle forze dell’ordine e della magistratura: è l’unico modo per riuscire a debellare le organizzazioni mafiose in maniera efficace tempestiva in Sicilia». Nell’inchiesta Quadrilatero sono 32 le persone indagate dalla Dda della Procura: per 15 il Gip ha disposto la detenzione in carcere e per cinque gli arresti domiciliari.