Ex premier della Malesia proverà a essere rieletto nonostante la condanna

L’ex premier della Malesia Najib Razak non ha escluso di cercare di essere rieletto in parlamento entro i prossimi due anni. In un’intervista con Reuters ha manifestato questa intenzione nonostante una condanna per corruzione che gli impedirebbe di candidarsi.

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Il partito di Najib, la United Malays National Organisation (UMNO), ha ottenuto la premiership il mese scorso. L’UMNO si trovava estromesso dal potere da tre anni per uno scandalo multimiliardario. Gli oppositori hanno espresso il timore che i leader del partito che affrontano le accuse penali possano ottenere clemenza una volta tornati al controllo. Najib, premier per nove anni fino al 2018, è stato trovato colpevole di corruzione l’anno scorso e condannato a 12 anni di carcere. L’accusa era quella di appropriazione indebita di denaro dal fondo statale 1MDB, ora defunto. L’ex premier della Malesia ha negato di aver commesso illeciti e ha fatto appello al verdetto. Najib ha inoltre chiesto un’indagine sul suo processo che, a suo dire, è stato motivato politicamente. Una situazione che, ovviamente, gli italiani faticherebbero a capire.

Najib è ancora un membro del parlamento, ma la costituzione gli impedisce di tornare premier senza una grazia o un perdono dal monarca del paese. Parlando a Reuters questo sabato, Najib ha messo in dubbio la sua squalifica, dicendo: “È soggetto a interpretazione”. “Dipende dall’interpretazione in termini di legge, dalla costituzione e da ciò che accade nei procedimenti giudiziari”, ha detto Najib. Alla domanda se avrebbe partecipato alle prossime elezioni previste per il 2023, ha detto: “Qualsiasi politico che voglia avere un ruolo (rilevante) vorrebbe un posto in parlamento”. Ha rifiutato di specificare, tuttavia, come potrebbe aggirare le barriere costituzionali.

Il paese ha ancora fiducia nell’ex premier della Malesia?

Il paese ha ancora fiducia nell’ex premier della Malesia? 740 - meteoweek.com

L’UMNO ha tenuto il potere per più di 60 anni fino a quando allo scandalo 1MDB, peggiorato dall’opulenza mostrata dalla famiglia di Najib. Il partito è, però, desideroso di riconquistare la fiducia dell’elettorato sotto il nascente governo del primo ministro Ismail Sabri Yaakob. Il primo ministro dovrà tuttavia affrontare le lotte tra fazioni per arrivare a ciò.

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Najib ha, intanto, proseguito il suo percorso con una campagna di pubbliche relazioni per liberarsi della sua immagine di élite. Vuole mostrarsi come un uomo del popolo. Al momento Najib risulta una figura popolare sui social media, dove la sua critica ai governi passati gli ha fatto guadagnare elogi. Najib ha detto nell’intervista che ha discusso con Ismail Sabri un possibile ruolo per lui nel governo. I media hanno detto che potrebbe essere nominato consigliere economico. L’ex premier non ha voluto dire se accetterà una posizione, dicendo che la sua priorità è quella di ripulire il suo nome.

Barriere costituzionali

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Una futura candidatura di Najib dovrebbe affrontare una disposizione costituzionale. Si prevede che qualsiasi persona condannata alla reclusione per più di un anno comporta la squalifica dalle elezioni parlamentari. L’avvocato costituzionalista New Sin Yew ha detto che Najib potrebbe candidarsi solo se ha successo nel suo appello. Altrimenti servirebbe un perdono reale.

Le autorità malesi e statunitensi dicono che più di 4,5 miliardi di dollari sono stati rubati da 1MDB, alcuni dei quali sono andati nei conti bancari di Najib. Il Dipartimento di Giustizia USA ha descritto lo scandalo come “cleptocrazia al suo peggio”. Najib affronta ora più di 40 accuse di abuso di potere, riciclaggio di denaro e altri reati per lo più legati a 1MDB. L’ex premier della Malesia ha detto che può provare la sua innocenza. I procuratori malesi hanno detto che Najib, che ha co-fondato 1MDB nel 2009, ha giocato un ruolo centrale.

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Dalla sua sconfitta elettorale, gli USA hanno restituito alla Malesia più di 1 miliardo recuperato da beni acquistati con il denaro rubato di 1MDB. Najib ha detto che le accuse contro di lui erano politicamente motivate e sta spingendo per una commissione reale d’inchiesta (RCI) sull’ex procuratore generale.”Ho insistito su questo punto. L’RCI serve a stabilire un processo equo e giusto per tutti, non solo per me”, ha detto.

 

 

 

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