Anche Mario Pincarelli, in carcere per lo stesso reato, ha pensieri suicidi e rassegnato avrebbe confidato al padre:«Che c**** mi frega a me che mi picchiano»
Dalla perizia sulle intercettazioni eseguite a Rebibbia dai carabinieri, emerge la vita in carcere dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi in tutta la sua durezza. I due sono accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro. Le intercettazioni, come riporta Il Corriere della Sera, sono inerenti i colloqui dei ragazzi con il fratello Alessandro in carcere.
I due vengono sottoposti a delle punizioni e vessati da altri detenuti. Tra le vessazioni anche un chiodo inserito nel tubetto del dentrificio e qualcuno che gli sputa nel piatto di pasta. La madre dei Bianchi dice, a proposito delle condizioni di uno dei figli:«L’ho trovato con la barba lunga, i capelli lunghi, con il topo dentro la stanza».
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Gli amici di un tempo oggi neppure li considerano («so’ spariti tutti quanti»). E poi, il problema dei soldi. Come spiega la madre dei due imputati «si dovemo venne (ci dobbiamo vendere) le macchine, tutto perché non c’è rimasto più niente» .
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Il fratello Alessandro, parla dei social inferociti in cui i Bianchi vengono attaccati:«Su Facebook a te sono riuscito, a te, il profilo si è richiuso e tutto quanto quello di Gabriele è rimasto aperto. Sei milioni di messaggi gli hanno mandato». Anche l’altro imputato, Mario Pincarelli, è molto provato, tant’è che nella mente affiorerebbero pensieri suicidi e al padre confida:«Che c**** mi frega a me che mi picchiano».