Covid, 728 medici sospesi in Italia: non vogliono vaccinarsi

I medici in Italia che non hanno voluto ricevere il vaccino contro il Covid-19 e sono stati sospesi dall’Ordine sono in totale 728. Si tratta dello 0,3%. Ad annunciarlo è stata la Federazione nazionale di categoria. Il presidente Filippo Anelli, in tal senso, ha rivolto un appello a coloro che ancora sono restii: “Così rischiate di non lavorare più”, ha detto.

medici sospesi
La vaccinazione per i medici è obbligatoria da aprile – meteoweek.com

I medici che hanno accettato di essere sospesi dalla propria professione pur di non vaccinarsi contro il Covid-19, in Italia, sono ben 728. La stima arriva dal Federazione nazionale degli Ordini dei medici e chirurghi (Fnomceo). Da aprile scorso, infatti, la vaccinazione è stata resa obbligatoria per coloro che operano nelle strutture sanitarie, in qualsiasi ruolo. I provvedimenti di sospensione, tuttavia, sono stati avviati e stanno dando i loro frutti soltanto recentemente, anche in virtù del fatto che alcuni ospedali hanno carenza di personale. Il procedimento di verifica dell’avvenuta immunizzazione è possibile attraverso un incrocio dei dati dell’anagrafe vaccinale con quella dei medici ed è a carico della singola Regione, la quale ha il compito di comunicare la “lista nera” alle Asl. I diretti interessati, a quel punto, sono chiamati a motivare la mancata somministrazione delle dosi e, nel caso in cui la ragione non sia valida e certificata, vengono sospesi.

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Inizialmente le sospensioni dei medici erano state in totale 936, ma tra queste 208 sono state revocate dopo che i soggetti in questione hanno provveduto con la vaccinazione contro il Covid-19. A coloro che, invece, non hanno ancora accettato di ricevere le dosi, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e chirurghi (Fnomceo), Filippo Anelli, ha rivolto un appello. “La nostra stima è che in totale dovrebbero essere lo 0.3% del totale, i medici non ancora immunizzati. Così rischiate di non lavorare più. Non buttate all’aria una laurea in Medicina soprattutto in un momento di emergenza dove serve il contributo di tutti i medici”, ha detto.

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