Il Covid-19 si diffonde in Siria principalmente nei campi profughi - meteoweek.com
La Siria, soprattutto nella zona nord-occidentale, è stata messa in ginocchio dal Covid-19, complice anche la diffusione della variante Delta. I casi aumentano di giorno in giorno ed il sistema sanitario è al collasso. I posti letto in terapia intensiva liberi sono pochissimi. L’allarme è arrivato tramite Save the Children, che ha sottolineato come molti dei pazienti per cui in questo periodo è stato reso necessario il ricovero sono minori di 18 anni.
È allarme Covid-19 nella zona nord-occidentale della Siria, dove le condizioni di povertà estrema non permettono alla popolazione di evitare l’aumento nel numero dei contagi nonché di ottenere cure soddisfacenti. La variante Delta si diffonde a macchia d’olio, causando non poche vittime, soprattutto tra coloro che hanno già patologie pregresse. I casi di positività confermati dall’inizio della pandemia ad oggi sono stati in totale 48.073, di cui 20.754 rimangono attivi al 7 settembre. Solamente tra il 5 e il 7 settembre nella regione ne sono stati registrati 4.562. La situazione sta diventando preoccupante anche tra i più giovani. Oltre mille dei positivi, infatti, hanno meno di 19 anni. Il rischio, se l’andamento della curva epidemiologica dovesse rimanere costante o peggiorare, è di non riuscire più a dare supporto ai malati negli ospedali. Fino alla scorsa settimana i posti letto in terapia intensiva liberi in tutta l’area erano soltanto 14, ovvero il 9% del totale. La situazione, inoltre, potrebbe essere sottostimata. Il Paese, infatti, sta per esaurire la dotazione di test rapidi e molecolari, per cui il tracciamento diventerà impossibile.
L’allarme in merito alla terribile emergenza che la Siria sta vivendo a causa del Covid-19 arriva da Save the Children. L’associazione si impegna giorno dopo giorno a garantire un futuro ai più piccoli, ma il virus sta mietendo delle vittime anche tra di loro. Da considerare, inoltre, i malati con altre patologie, che vengono messi in secondo piano, con interventi e cure rinviate a data da destinarsi. “L’impennata di casi di Covid-19 e di ricoveri è davvero allarmante. Il sistema sanitario in Siria nord-occidentale era già fragile ma ora rischia il collasso. Siamo molto preoccupati per la diffusione del virus tra la comunità. Il numero di test è limitato e c’è un rischio tangibile di diffusione nelle comunità sovraffollate. Questo significa che i bambini e gli adulti con patologie preesistenti e problemi cronici di salute sono davvero a rischio“, ha dichiarato Sonia Khush, responsabile dell’associazione nel Paese.
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La richiesta di Save the Children è dunque quella di inviare finanziamenti alla Siria e alle associazioni che lì operano affinché sia possibile identificare i focolai del Covid-19 e dare maggiore supporto alle strutture sanitarie, che sono al collasso. I fondi, inoltre, serviranno ad aiutare le famiglie in una drammatica difficoltà economica. Esse, nella maggior parte dei casi, vivono in baracche situate nei campi profughi, dove è sostanzialmente impossibile mettere in atto il distanziamento sociale ed evitare la diffusione del virus. Infine, da risolvere anche la questione relativa alla campagna di vaccinazione. Nella Siria nord-occidentale, infatti, in base dai dati provenienti dalle associazioni umanitarie, sono state somministrate solo 103.020 dosi sulle oltre 350.000 disponibili.
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