A Cutro i carabinieri della locale Stazione hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento alla persona offesa, emessa dal Tribunale di Crotone per maltrattamenti familiari.
Il destinatario di tale divieto è un 36enne residente nel nord Italia. Il provvedimento recepisce appieno le risultanze emerse dalle indagini, in relazione a diversi episodi di maltrattamenti, commessi dall’uomo nei confronti di sua madre settantaduenne. L’uomo ha reso vittima di gravi ingiurie e umiliazioni fisiche e morali l’anziana madre al punto da determinare l’attivazione della tutela dello stato. La procedura avviata è quella di tutela delle vittime della violenza domestica e di genere, chiamata codice rosso.
Maltrattamenti, in cosa consiste il codice rosso?
Per Codice rosso si intende la procedura d’urgenza introdotta nel 2019 per combattere i reati legati alla violenza di genere e a quella familiare. In pratica, la legge ha previsto un canale preferenziale per reati che detestano un particolare allarme sociale per la loro diffusione e gli esiti tragici. Una volta ricevuta la denuncia/querela, la polizia deve immediatamente comunicare la notizia di reato alla Procura competente, anche oralmente (ad esempio, con una telefonata). Il magistrato del pubblico ministero, ricevuta la querela dalla polizia giudiziaria, ha tre giorni di tempo per assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato. Così facendo, il pm potrà valutare fin da subito se sussistono gli estremi per chiedere al giudice l’emissione di una misura cautelare (tipo l’allontanamento da casa o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima).
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Il tribunale ha imposto il divieto di avvicinamento al 36enne di Crotone e, se dovesse violarlo, ci sarebbero gravi conseguenze. All’art. 387-bis c.p. si prevede, infatti, il delitto di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati. Il nuovo reato punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque violi gli obblighi o i divieti imposti dal giudice.