Vaccino e obbligo di Green Pass, il ministro della Salute Roberto Speranza: “Chi non si vaccina non va insultato, va messo davanti l’evidenza scientifica.” Probabile la necessità di una terza dose del farmaco.
Non è da escludersi l’obbligo di Green Pass, e ha spiegarlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza. Intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, contestualmente al Festival di “Salute”, il ministro ha ribadito la direzione del governo, la cui linea “è chiara” e le cui scelte “vengono fatte sul piano sanitario e nell’interesse del Paese non seguendo le polemiche politiche”. Partendo dall’idea che “il vaccino è un’arma fondamentale“, l’esecutivo punta dunque “a rendere sicuri i luoghi di lavoro e a incentivare le vaccinazioni”.
Un incentivo a vaccinarsi, questo, rivolto chiaramente a tutti coloro che – per un motivo o per un altro – risultano ancora scettici nei confronti del farmaco e della certificazione verde. Ma Speranza sottolinea: “Chi ha dubbi sinceri sulla vaccinazione non va insultato o trattato come un Flinstone ignorante, va ascoltato e messo di fronte ai dati univoci sulla sicurezza e l’efficacia vaccini, che arrivano da tutto il mondo”.
“Abbiamo bisogno di dare un messaggio basato sull’evidenza scientifica. La verità da dire è che l’alternativa ai vaccini sono le chiusure: la coperta è stretta, o la tiriamo dalla parte dei vaccini oppure rischiamo di ritornare a misure che sono da scongiurare. Chi ha dubbi sinceri sulla vaccinazione non va insultato o trattato come un Flinstone ignorante, va ascoltato e messo di fronte ai dati univoci sulla sicurezza e l’efficacia vaccini, che arrivano da tutto il mondo”. Queste le parole del ministro Speranza, riguardo le persone che si dicono ancora contrarie al Green Pass.
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“Non sono d’accordo – prosegue il ministro della Salute – con chi dice che chi non si vaccina e si ammala deve pagarsi le cure: penso che la cosa più bella del nostro servizio sanitario nazionale sia l’impianto universalista, cuore del lascito dei padri costituenti. Se una persona sta male, non conta quanti soldi ha, di che colore è la sua pelle, dov’è nata o se ha fatto il vaccino anti Covid: per me deve essere curato. È chiaro che chi non si vaccina fa un danno prima di tutto a se stesso e poi produce un costo per la nostra sanità, ma il principio della cura per me non può essere messo in discussione”.
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In merito all’eventualità di una terza dose di vaccino, invece, Speranza non si sbilancia più di tanto. Con il via libera da parte dell’Aifa, tuttavia, spiega che è “probabile, per un po’ di tempo, che siano necessari richiami periodici. È una questione da approfondire, ma non si può escludere. Del resto, il vaccino sarà sicuramente migliorato e adattato alle varianti: gli scienziati sono a lavoro, come le agenzie e le aziende farmaceutiche, per trovare contromisure ancora più efficaci contro il virus”.
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