Ue, il generale Graziano riprende l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “L’Unione necessita di strumenti di politica estera e sicurezza comune. Scelta non rinviabile”.
Contestualmente all’ultima edizione di The European House – Ambrosetti, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato in un videomessaggio un importante appello all’Unione Europea, in merito alle operazioni di “politica estera e di sicurezza comune“. Delle necessità, queste, per le quali “la Ue si è mossa, sin qui, troppo timidamente“, ha spiegato Mattarella, sottolineando come “l’Europa non può permettersi di essere assente da scenari ed eventi le cui conseguenze si ribaltano sui Paesi che la compongono e dalla definizione delle regole che presiedono alle relazioni internazionali”.
E ancora, anche “in occasione dell’ottantesimo anniversario del manifesto di Ventotene, il Capo della Stato ha affermato che occorre dotare l’Unione degli strumenti di politica estera e difesa comune“. A ribadirlo è stato il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione europea, intervenuto con una lettera inviata al Corriere della Sera. “Quella indicata dal presidente della Repubblica è un’esigenza non più procrastinabile. I recenti eventi internazionali hanno ulteriormente rafforzato tale urgenza, dimostrando che la risoluzione di crisi di ampia portata è il prodotto dell’azione sinergica di tutti gli strumenti del potere – politico, diplomatico, informativo, militare – poiché l’assenza di uno di essi pregiudica l’efficacia di tutti gli altri”, ha affermato il generale.
L’Unione Europea necessita degli strumenti di politica estera e difesa comune. “Questo assunto chiarisce il motivo per cui non è vi è stata una corale risposta europea alla crisi afghana, che ha invece lasciato l’Unione inerme di fronte a un repentino ritiro delle truppe occidentali, dettato da esigenze temporali piuttosto che dal raggiungimento delle condizioni specifiche prefissate: le conseguenze impatteranno sull’Europa nella sua totalità, non sulle singole capitali”, spiega il generale Graziano nella lettera.
“Il mutato contesto internazionale, il ruolo di Stati Uniti e Cina e l’affermarsi di nuovi attori rendono urgente proseguire lungo quel percorso, già immaginato da Altiero Spinelli, volto a rafforzare le iniziative comuni di difesa europea”, evidenzia il generale. E precisa che “non si tratta di superare gli eserciti nazionali, custodi di tradizioni ed elemento fondante delle identità nazionali”. In discussione è infatti “la necessità di rendere strutturali iniziative in materia di difesa e sicurezza comune affinché l’Unione sia in grado di parlare con una voce singola, autorevole e credibile“.
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Per raggiungere questo obiettivo, è dunque importante sviluppare fin da subito “un pacchetto di forze prontamente operative in grado di difendere quel bene comune che è la sicurezza dei cittadini europei e di rispondere in maniera efficace a tutto lo spettro delle crisi che saremo, purtroppo, chiamati a fronteggiare”, spiega ancora Graziano. In questo senso serve, per il generale, “la chiara volontà politica di investire l’Unione di maggiore e precise responsabilità, anche in materia di sicurezza e difesa comune”.
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“In questi giorni tanto si dibatte di nomi, sigle e numerici: ‘Eu battle group’, forza d’intervento rapido da cinquemila, ventimila uomini e via dicendo”: ma se “verrà il tempo per discutere di denominazioni e consistenze numeriche puntuali”, ad oggi è bene “identificare ciò di cui l’Unione necessita per agire quale global security provider, in linea con i livelli di ambizione fissati dai Paesi membri, assumendo quel ruolo che le spetta sul palcoscenico mondiale”. Inoltre, “dobbiamo sgomberare ogni possibile dubbio che un’Europa della difesa abbia l’arrogante pretesa di porsi in contrapposizione o in alternativa all’Alleanza Atlantica“, perché “è vero il contrario”. “Ciò che fa bene all’Europa – conclude Graziano – fa bene alla Nato; un’Europa più forte significa non far gravare la responsabilità della sicurezza dei nostri Paesi quasi esclusivamente sulle spalle dello storico alleato americano”.
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