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Politica

Biden chiama Xi Jinping: “La concorrenza tra Usa e Cina non arrivi al conflitto”

Il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping si sono parlati durante un colloquio telefonico “su questioni di reciproco interesse“. Da ambo le parti emerge la volontà di voler indirizzare la competizione tra le due super-potenze su un piano che giovi a tutta la comunità internazionale. Ma da ambo le parti persiste una tensione sottesa che porta gli Stati Uniti ad accusare la Cina del calpestamento di diversi diritti umani, e che porta Pechino a chiedere agli Stati Uniti di restare al di fuori degli affari interni. 

MeteoWeek.com (Photo by Lintao Zhang/Getty Images)

I due leader delle due principali potenze mondiali si sono confrontati in un colloquio telefonico: ad alzare la cornetta per primo e a chiamare Xi Jinping sarebbe stato Joe Biden, ormai innervosito dalla persistente resistenza dei funzionari cinesi ad accettare colloqui di reale confronto con l’amministrazione Usa. A ribadirlo è stato un funzionario della Casa Bianca riportato dall’Agi, che effettivamente suggella con le sue parole diversi mesi di freddezza diplomatica tra i due Paesi: nel corso del tempo i funzionari di entrambe le parti si sono scambiati accuse reciproche, e il recente colloquio telefonico tra i due leader è il secondo in assoluto dopo quello di febbraio, alla vigilia del Capodanno lunare. E di certo, non è stato un colloquio all’insegna della totale tranquillità: se i due Paesi si parlano di rado, i botta e risposta a distanza sono molti. Gli Stati Uniti hanno più volte accusato la Cina di poca chiarezza nei confronti dell’origine del Covid, oltre ad averla accusata di essere responsabile del genocidio nei confronti degli uighuri in Xinjiang e della violazione dei diritti democratici a Hong Kong. Dall’altro lato, la Cina ha sempre risposto ribadendo un punto fondamentale: gli Stati Uniti intendono mettere in cattiva luce il Partito Comunista e non hanno nessun diritto di interferire sulla politica interna di Pechino. Insomma, passa il tempo, cambiano gli attori, ma le accuse reciproche tra i due tra Usa e Partito comunista non cambiano.

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Com’è andato il colloquio

MeteoWeek.com (Photo by Lintao Zhang/Getty Images)

E’ all’interno di questo quadro che si inserisce il colloquio telefonico tra Biden e Xi Jinping, durante il quale il presidente cinese avrebbe ribadito che “quando Cina e Stati Uniti lavoreranno insieme, entrambi i Paesi e il mondo intero ne trarranno beneficio“. L’agenzia Xinhua aggiunge poi: “Entrambi i Paesi e il mondo intero” invece “soffriranno se Cina e Stati Uniti si affrontano“. Sono questi i toni di una conversazione che è stata definita “candida e approfondita”, fatta di “scambi strategici schietti, approfonditi ed estesi sulle relazioni tra Cina e Usa e su questioni di reciproco interesse“. Sono stati 90 minuti durante i quali, riferisce la Casa Bianca, la discussione ha toccato “campi su cui gli interessi dei due Paesi convergono e campi su cui divergono“. Tanti i temi caldi su cui si è cercato un punto di equilibrio, per evitare che la competizione tra le due superpotenze sfoci in un conflitto di dimensioni ampissime.

Tra i dossier, economia, cambiamento climatico, Afghanistan e Covid-19. “Il presidente Biden ha sottolineato il duraturo interesse degli Stati Uniti per la pace, la stabilità e la prosperità della regione indo-pacifico e del mondo e i due leader hanno discusso la responsabilità di entrambe le nazioni di garantire che la competizione non sfoci in conflitto“, riferisce la nota ufficiale della Casa Bianca. Su questo fronte, però, Pechino è stata inflessibile: le manovre politiche e militari di Washington hanno creato una situazione di difficile gestione in Afghanistan, che potrebbe sfociare in “disastri” a livello globale. Una linea che ripercorre quanto affermato dal ministro degli Esteri cinese nella giornata di ieri, quando ha annunciato gli aiuti di Pechino all’Afghanistan lanciando – contestualmente – un appello agli Usa: dovrebbero esser loro, ribadiscono dalla Cina, a dover elargire la maggior parte degli aiuti umanitari.

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Tra buone intenzioni e dati di fatto

MeteoWeek.com (Photo by Andrea Verdelli/Getty Images)

Ad ogni modo, al di là di vari motivi di scontro e tensione, il tentativo di riportare il colloquio su binari innocui sembra emerso da ambo le parti. “La cooperazione sino-statunitense andrà a beneficio di entrambi i Paesi e del mondo“, ha dichiarato il presidente cinese, citato dall’agenzia Xinhua. I due Paesi “devono assumersi grandi responsabilità, continuare a guardare avanti, mostrare coraggio strategico e politico e riportare le relazioni sino-statunitensi sulla strada giusta per uno sviluppo stabile il prima possibile“, ribadisce Xi Jinping. Gli Usa sono impegnati nello “sforzo ininterrotto degli Stati Uniti di gestire in modo responsabile la competizione” tra le due super potenze, ribadiscono dalla Casa Bianca.

Eppure, la situazione di tensione tra i due Paesi è ancora un dato di fatto: gli Usa hanno imposto dazi per 360 miliardi di dollari sui prodotti della Cina, che ha risposto imponendo dazi per 110 miliardi ai prodotti americani. A questo fattore di carattere meramente commerciale, vanno sommati gli altri elementi già ricordati, che hanno portato gli Stati Uniti a riprendere in mano le fila delle relazioni con l’Unione europea per fare fronte comune nei confronti della minaccia cinese. Qualche mese fa il segretario generale della Nato Stoltenberg affermava duramente: “Gli alleati affronteranno le implicazioni per la sicurezza con l’ascesa della Cina e il comportamento aggressivo della Russia e il nostro duplice approccio di forte deterrenza, difesa e dialogo“. Ora bisogna capire le proporzioni, quanta difesa e quanto dialogo faranno parte del confronto tra Occidente e Oriente.

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