Domani, venerdì 10 settembre, verranno ufficializzati dal Ministero della Salute e dall’Iss i dati del monitoraggio settimanale, da cui dipenderanno eventuali cambi di colore. La Sicilia, al momento, è l’unica regione in zona gialla, ma altre due al momento sono a rischio. I numeri di Sardegna e Calabria, infatti, sono al limite. Già nel precedente monitoraggio avevano sfiorato le soglie critiche.
L’Italia si tingerà ulteriormente di giallo a partire da lunedì 13 settembre? L’ufficialità in merito ai cambiamenti di colore arriverà soltanto domani, in occasione del consueto monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute relativamente all’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19. La Sicilia (con il 22% dei posti nei reparti ordinari occupati e il 13% nelle terapie intensive) al momento unica regione a rischio moderato, sembrerebbe essere destinata a rimanere tale: il rischio di passare in zona arancione pare sia scongiurato. A tremare, invece, sono altre due regioni, che da zona bianca potrebbero diventare zona gialla: Calabria e Sardegna. Già la scorsa settimana i dati registrati erano al limite, per cui sarà necessario valutare se la situazione è rimasta stabile, se ci sono stati miglioramenti oppure peggioramenti.
Calabria e Sardegna a rischio zona gialla
La Calabria e la Sardegna sono le due regioni che rischiano di diventare zona gialla. Il tasso di occupazione da parte dei pazienti positivi al Covid-19 nei reparti ordinari delle strutture sanitarie ammonta rispettivamente al 19% e al 14% (con la soglia fissata al 15%), mentre nelle terapie intensive è rispettivamente al 9% e al 14% (con la soglia fissata al 10%). I numeri, al momento, sono dunque sotto il livello critico, ma di pochissimo. Basterebbe una piccola variazione percentuale per far scattare il provvedimento, che entrerebbe in vigore a partire da lunedì 13 settembre.
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Le altre regioni d’Italia al rientro dalle vacanze hanno anch’esse registrato un aumento nel numero dei pazienti positivi al Covid-19 nelle strutture sanitarie. I dati, tuttavia, non preoccupano. Per quanto riguarda i reparti ordinari la percentuale è in salita in Basilicata (13%), Campania (9%), Puglia, Umbria e Toscana (8%), Lazio e Molise (7%), Lombardia e Marche (6%), mentre per quanto riguarda le terapie intensive in Toscana (10%), Marche (9%), la Provincia di Bolzano (8%), Lazio, Umbria e Friuli Venezia Giulia (7%). Tutte queste e le altre, ad ogni modo, resteranno in zona bianca.