L’infettivologo Stefano Vella annuncia il prossimo obiettivo del G20 sui vaccini dopo il passo in avanti di Roma
Il G20 sulla salute si è concluso da pochi giorni. A Roma si sono fatti dei passi avanti in merito al futuro facendo il punto sull’attuale situazione sanitaria nei confronti dell’emergenza Covid-19. Ne ha parlato a La Stampa di Torino l’infettivologo Stefano Vella, ex presidente dell’Aifa e docente di Salute globale all’Università Cattolica, fa parte della task force T20 che contribuisce ai lavori del G20. Vella ha sottolineato i passi avanti dal vertice sanitario tracciando un po’ la linea per il futuro.
G20, il nuovo obiettivo sui vaccini
“Il Patto di Roma va nella direzione giusta – ha dichiarato –Si è lavorato tanto per una dichiarazione congiunta dei ministri della Salute, dunque i principi sono assicurati, ma i problemi restano – ricorda – La pandemia ha scoperchiato i difetti storici delle politiche sanitarie, rendendo evidenti le disuguaglianze. L’altra questione su cui lavorare è la prevenzione. Nessuno immaginava una pandemia tale e si deve fare di tutto perché non si ripeta“.
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Vella ricorda che il problema principale sono le varianti che partono principalmente dai paesi dove i vaccini non sono ancora molto diffusi o non lo sono affatto. Ora le varianti vengono da India, Brasile e Perù, afferma l’infettivologo ed è chiaro che si va verso una direzione tesa a vaccinare anche i paesi che non riescono.
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“L’ultima è la Lambda o Mu, che sembrerebbe bucare i vaccini. La speranza è che non diventi dominante, perché meno veloce della Delta, ma l’importante è non farla entrare in Europa. Il problema della salute globale è che il mondo è uno solo… . “La svolta nel lungo periodo sarà certamente di produrre i vaccini in tanti Paesi, compresa l’Italia, ma va supportata l’iniziativa Covax per donare le dosi“, dichiara Vella.