Vaccini, Speranza: “Valutiamo obbligo in base ai numeri”

Il ministro della Salute si dice d’accordo con Draghi ma per l’obbligo dice di dover valutare i dati. Intanto la gente muore.

Obbligo vaccinale sì oppure no? Non si sbottona il ministro della Salute Roberto Speranza, a suo avviso serve tempo per valutare la questione, sebbene i numeri delle terapie intensive dicono che a finire in gravi condizioni siano quasi esclusivamente persone che non hanno ancora ricevuto alcuna inoculazione.

Abbiamo dato un messaggio molto netto e rigoroso. Io condivido, parola per parola, le parole del premier Draghi pronunciate ieri sull’obbligo vaccinale – ha detto il ministro a margine di un memorandum per la ricerca tra Italia e Usa – noi vogliamo far salire questa percentuale, questo significa che lavoreremo ad estendere il Green pass a nuovi ambiti e questo significa che valuteremo anche l’ipotesi dell’obbligo vaccinale. Quest’ultima l’abbiamo già resa esecutiva per un ambito della nostra società gli operatori sanitari. Dobbiamo valutare sulla base dei numeri se potrà servire estendere questo obbligo. È una possibilità che il Governo e il Parlamento hanno e che noi valuteremo con la massima attenzione. Ma il Governo manda un messaggio di grande forza e determinazione: non ci accontentiamo delle nostre percentuali e lavoreremo in tutti i modi possibili per alzarle ancora”.

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Se dobbiamo stare ai dati, allora bisogna dire che chi non si vaccina è un rischio per se stesso e per gli altri. Lo dicono tutti i numeri finora rilevati e più è alta l’età più aumenta il pericolo che il virus diventi mortale. “Tutte le statistiche che arrivano da tutte le parti del mondo ci segnalano che le ospedalizzazioni riguardano prevalentemente le persone non vaccinate e quando si ha anche un rischio legato alla fragilità, ad un dato anagrafico significativo il rischio sale ancora di più. Il mio appello è di continuare con insistenza con la campagna vaccinale” ha continuato Speranza.

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Sui numeri delle vaccinazioni in Italia però il ministro si dice ottimista: I dati italiani sono incoraggianti se paragonati ad altri paesi del mondo sono molto positivi. Ma dobbiamo insistere. Dove siamo arrivati non è sufficiente, dobbiamo lavorare perché il più alto numero di persone possa essere vaccinato” ha concluso.

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