Massimiliano Fedriga è contrario all’obbligo vaccinale contro il Covid-19. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni ritiene che sia meglio utilizzare il buonsenso e lasciare libertà di scelta alla popolazione, ma al contempo è indispensabile intercettare coloro che hanno più di 50 anni e non hanno ricevuto ancora neanche la prima dose al fine di convincerli della sicurezza dei sieri e a farli aderire alla campagna di vaccinazione.
Le persone che hanno più di 50 anni e non hanno aderito alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19, in Italia, sono ancora troppe: circa 3,7 milioni. I dati sono allarmanti, soprattutto in virtù dei rischi che il Paese potrebbe correre con l’arrivo dell’autunno. È per questa ragione che il Governo sta valutando la possibilità di imporre l’obbligo vaccinale, ma sia gli esponenti della politica sia i rappresentanti della scienza si dividono sul tema. Massimiliano Fedriga, in tal senso, si è detto “contrario”. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni ritiene che sia meglio portare avanti la strada della persuasione, attraverso campagne di informazioni, affinché la popolazione si convinca che i sieri attualmente a disposizione non presentano rischi per la salute, nel breve e nel lungo periodo.
Fedriga sull’obbligo vaccinale
La caccia ai no-vax non sta finora dando i suoi frutti, ne è consapevole Massimiliano Fedriga. “A preoccupare sono gli over 50 che non hanno prenotato il vaccino. In Friuli Venezia Giulia siamo nella media nazionale, ma ci sono persone che non riusciamo a intercettare”, ha ammesso nel corso di una intervista a Il Giornale. Il presidente della Conferenza delle Regioni, tuttavia, non accetta l’introduzione dell’obbligo vaccinale. “Credo sia necessario rasserenare il clima, mettere da parte le posizioni rigide – che a volte mi sembrano perfino strumentali oltre che controproducenti – e trovare un equilibrio del buonsenso. Io sono per la volontarietà e non per l’obbligatorietà, credo che il vero successo sia convincere a vaccinarsi. Certo ci sono alcune valutazioni che spettano al Cts”. Diverso è invece il discorso per medici e infermieri che rifiutano il siero, che andrebbero perseguiti per motivi di salute pubblica.
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Il governatore del Friuli Venezia Giulia, in generale, crede che la strada da perseguire sia quella della persuasione. “La prima cosa è spiegare come stanno le cose e smentire le tante fake-news che vengono messe in circolazione”. In merito, invece, all’esisenza di una spaccatura in merito all’interno della Lega, commenta: “In queste settimane ho scoperto dai retroscena dei giornali mie opinioni che non conoscevo. Il rapporto con i gruppi parlamentari è costruttivo, non c’è una linea dei governatori contrapposta a quella di altri, c’è prima di tutto la volontà di Matteo Salvini”.
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Massimiliano Fedriga ritiene dunque che l’aspetto più importante sia convincere la popolazione del fatto che non ci sia nulla di cui preoccuparsi, sia nel breve sia nel lungo periodo. “I no-vax sono solo una piccola parte di chi non è vaccinato, poi c’è gente che ha paura o è poco informata”, ha sottolineato. L’obiettivo, per cui, deve essere quello di raggiungere coloro che sono ancora indecisi. Ciò è possibile “innanzitutto avvicinando la vaccinazione ai cittadini, portandola nei centri più piccoli e più distanti dalle città”. Poi, “serve il contributo dei medici della medicina generale che possono fare molto per spiegare l’utilità della vaccinazione”. Infine, fondamentale è la comunicazione istituzionale. “Dobbiamo smentire le sciocchezze che circolano scendendo sullo stesso terreno di chi le veicola, lavorando molto sui social network”, ha concluso.