Sara Pedri, chiesto il licenziamento dell’ex primario Tateo

Non finiscono i guai per Saverio Tateo, l’ex primario del reparto dove lavorava Sara Pedri: la commissione di disciplina ne ha chiesto il licenziamento in tronco

Saverio Tateo-MeteoWeek.com

Altra tegola per Saverio Tateo, ex primario dell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale “Santa Chiara” di Trento: come riferito dal quotidiano “L’Adige”, dopo il trasferimento ad altro incarico, la Commissione di disciplina della stessa Azienda sanitaria trentina, infatti,  ha richiesto il suo licenziamento in tronco che comunque dovrà essere sottoposto al parere vincolante del Comitato dei garanti.

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Il procedimento disciplinare nei confronti del medico (e del suo braccio destro, la dirigente Liliana Mereu) è stato aperto a seguito del caso di Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 31 anni scomparsa il 4 marzo, che era in servizio nel reparto allora guidato da Tateo. “L’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia — si legge in alcuni appunti ritrovati nella casa di Sara a Cles — a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire. È una situazione più grande di me”. Secco il commento del legale di Saverio Tateo, l’avvocato Vicenzo Ferrante: “Mi verrebbe da dire che in questa vicenda il perseguitato è lui”. Di tutt’altro tenore il commento del legale della famiglia di Sara Pedri: “Come si suol dire, la pazienza è amara ma il suo frutto è dolce — scrive in un post l’avvocato Nicodemo Gentile —Piccoli passi, senza forzature, con determinazione ma con rispetto per le persone e le regole, mattone dopo mattone stiamo costruendo l’edificio della Verità”.

Il disagio in reparto

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La giovane ginecologa era entrata in servizio presso l’Azienda sanitaria trentina lo scorso novembre, subito dopo aver conseguito la specializzazione a Catanzaro dove aveva anche conosciuto il suo fidanzato. Già dopo pochi mesi di lavoro, però, Sara aveva confidato alla sorella Emanuela che la sua quotidianità lavorativa in reparto era fatta di  “turni di lavoro massacranti, abusi di potere, minacce continue“. Al rientro in Trentino, a febbraio, dopo una settimana di vacanza a Forlì dalla famiglia, Sara aveva rassegnato le dimissioni, il giorno prima della sua scomparsa. L’auto di Sara, con il suo cellulare all’interno, è stata rinvenuta vicino al ponte di Mostizzolo sul torrente Noce, al confine tra i Comuni di Cis e di Cles, ma della giovane ginecologa nessuna traccia. Le accuse della famiglia di Sara, intervenuta a “Chi l’ha visto?” a inizio giugno, hanno scoperchiato il “vaso di Pandora”: le tante testimonianze degli operatori sanitari corroborate dal convulso turnover nel reparto negli ultimi 5 anni durante i quali sono ben 62 quelli che hanno “gettato la spugna”.

La richiesta di licenziamento

La Commissione interna all’Azienda sanitaria trentina, dopo aver ascoltato più di 110 persone, ha disposto il trasferimento dei due dirigenti (Tateo a Pergine e Mereu a Rovereto) in quanto dall’inchiesta sono emersi “fatti oggettivi e una situazione di reparto critica“. Al lavoro sul caso anche la Procura della Repubblica di Trento: un mese fa, infatti, i carabinieri del Nas hanno eseguito un’ispezione nell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia del “Santa Chiara”, al termine della quale i militari dell’Arma hanno formulato l’ipotesi di reato di maltrattamenti chiedendo di conseguenza alla Procura di iscrivere nel registro degli indagati Tateo e la Mereu. Secondo l’informativa del Nas, sarebbero almeno 14 tra medici e infermieri a essere stati  mobbizzati, a partire dal primo gennaio 2018, dal primario e dalla sua vice con demansionamenti e insulti.

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Accuse che i due interessati hanno sempre recisamente respinto: Contro di me solo falsità e una campagna diffamatoria“, si difende il primario mentre la sua vice rivendica di “aver sempre lavorato con dedizione, è stato istruito un processo mediatico“.

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