Il protocollo della «Operazione London Bridge», che detta le linee guida alla Casa Reale su come comportarsi in caso di morte della Regina Elisabetta II, ormai è tutt’altro che segreto. Le principali regole erano state diffuse attraverso la serie tv The Crown, ma adesso sono emersi ulteriori nuovi dettagli: dal discorso di re Carlo ai due minuti di silenzio, fino alle bandiere a mezz’asta e siti oscurati.
I dieci giorni successivi alla morte della Regina Elisabetta II sono attentamente scanditi dal protocollo della «Operazione London Bridge». Esso detta le linee guida ai reali su come comportarsi ed inizialmente sarebbe dovuto essere segreto, tanto che la sicurezza ha utilizzato persino dei nomi in codice («London Bridge» è la sovrana stessa, mentre il Principe Filippo era «Forth Bridge»), ma ormai diversi dettagli sono emersi. In parte ciò è accaduto con la diffusione della serie televisiva The Crown, realizzata da Netflix, che mette in luce aspetti nascosti della vita reale. I media inglesi, inoltre, col tempo hanno pubblicato alcuni documenti riservati sul tema. Il 9 aprile scorso, con la morte di Filippo, d’altronde, quando «Forth Bridge is down» è andata in scena quasi una prova generale del protocollo, ma il lutto per la caduta di «London Bridge» sarà ancora più maestoso.
Il primo nuovo dettaglio emerso sulla «Operazione London Bridge», secondo quanto riporta Politico.eu, riguarda siti governativi e social network. Un segno del fatto che anche alla Casa Reale è arrivato il momento di adeguarsi all’era digitale. Essi, a seguito della morte della Regina Elisabetta II, dovranno essere oscurati ed avere una foto del profilo nera in segno di lutto. Il Governo non potrà pubblicare né condividere nulla, a meno che non ci siano comunicazioni di massima importanza.
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Per quanto riguarda le operazioni “tradizionali”, invece, il protocollo prevede che entro dieci minuti dall’annuncio della scomparsa di Elisabetta le bandiere siano calate a mezz’asta: pena, si legge nel documento, «ondate di grande rabbia popolare». A Downing Street, nonostante ciò, non c’è un «ufficiale della bandiera» che la gestisca. Anche i parlamenti nazionali e locali dovranno sospendere qualsivoglia operazione. Il Paese, intanto, osserverà due minuti di silenzio. Alle ore 18.00 del tragico giorno, infine, Carlo – proclamato immediatamente re – dovrà tenere un discorso alla popolazione.
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I giorni di lutto che intercorreranno tra la morte della Regina Elisabetta II e i funerali solenni saranno dieci. Il giorno del tragico evento è denominato nel protocollo «D-day», mentre gli altri da «D + 1, 2 e così via», fino alle esequie. La salma della sovrana verrà esposta in un catafalco accessibile ventitré ore al giorno per tre giorni consecutivi. I “vip” potranno persino avere dei biglietti per l’accesso prioritario, mentre i britannici comuni dovranno attendere per darle un ultimo saluto in base alle fasce orarie di visita. La macchina organizzativa, dunque, è pronta.
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