Una ricerca dell’Istituto Ifo ne dà conferma: “Aumenti tasse in paesi industrializzati arrivano dopo le elezioni”
La politica ha da sempre fatto il tema delle tasse il proprio cavallo di battaglia in campagna elettorale. E difficilmente un aumento delle tasse è arrivato poco prima di una tornata di votazione, essendo i politici ben consci di quanto sia impopolare una misura di questo genere.
Eppure di tasse c’è bisogno per il funzionamento dello Stato. Per questo motivo gli aumenti arrivano normalmente ben lontani da possibili ripercussioni in termini di voti. Sembra quasi una motivazione semplice, ma oggi c’è uno studio che ne dà conferma. Si tratta dei dati analizzati dall’Istituto Ifo e pubblicato in Ifo Schnelldienst.
“Abbiamo visto aumenti soprattutto nelle aliquote delle imposte sulle vendite e sul reddito dopo le elezioni. In altre parole, tasse che la maggior parte degli elettori sente direttamente nei loro portafogli”, afferma il Niklas Potrafke, direttore dell’Ifo Center for Public Finance and Political Economy. “Inoltre, i nostri risultati non suggeriscono che i governi di sinistra e di destra abbiano perseguito politiche fiscali diverse“.
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Potrafke aggiunge che “le politiche sgradevoli si prestano al periodo post-elettorale. Gli elettori hanno la memoria corta, e quando arriva il momento di votare di nuovo, molti di loro ricorderanno a malapena l’aumento delle tasse che ha seguito le elezioni precedenti. Sarà interessante vedere quali cambiamenti nella politica fiscale sono in serbo per la Germania dopo le prossime elezioni federali del 2021“.
Lo studio Ifo ha valutato 3.200 riforme fiscali che sono state fatte tra il 1960 e il 2014 in 22 economie industrializzate ed emergenti. Ai fini di questa valutazione, Ifo ha sviluppato un nuovo indice di riforma fiscale basato sui dati del Fondo Monetario Internazionale (Fmi).