Roberto Benigni, durante la cerimonia inaugurale della 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, l’attore e regista premio Oscar ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.
Tra le prime parole di Roberto Benigni, durante la premiazione, un’ovazione per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella: “Presidente Mattarella rimanga con noi ancora un po’, almeno fino alla prossima Mostra del Cinema, rimanga con noi magari fino ai Mondiali di Calcio in Qatar, perchè porta fortuna, porta bene. Deve rimanere, deve rimanere presidente qualche anno in più”. Dalla platea sono giunti applausi e grida “bravo”, “hai detto bene”, “bis”. “Voglio salutare il presidente Sergio Mattarella che è qui con noi – ha dichiarato l’attore – Grazie presidente di dimostrare il suo amore per l’arte, in special modo per l’arte cinematografica essendo qui a Venezia. Lei sa l’amore che io porto per lei presidente, me lo vorrei baciare, abbracciare; gli voglio un mondo di bene al presidente Mattarella, non potete sapere la soddisfazione di essere suo contemporaneo, un presidente meraviglioso”.
“Quando mi hanno detto che Mattarella sarebbe stato a Venezia – ha proseguito Benigni – ho avuto la stessa reazione che ha avuto lei presidente quando era a Wembley e ha segnato Bonucci: ‘no! Gol, c’è Sergio Mattarella”. Poi Benigni ha ringraziato Laura Mattarella, che accompagnava il padre (“Sono felice che lei sia qua” e le altre autorità, come il ministro della Cultura Dario Franceschini, il presidente del Veneto, Luca Zaia (“Che bellezza governare una regione così bella, il Veneto, io la invidio, caro Zaia, un giorno o l’altro ci conosceremo, ho grande stima”), il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, alla guida di “una città unica”. Benigni, dopo la cerimonia di consegna del Leone d’oro, è tornato sul red carpet per le fotografie di rito, e si è soffermato a parlare brevemente con i giornalisti. È tornato quindi sull’argomento del presidente Mattarella, e ha dichiarato: “Io sono veramente orgoglioso per essere suo contemporaneo. Vorrei studiare da Grande elettore per andare a votare alle prossime elezioni per fargli fare il secondo mandato. Lo voglio convincere, ma non ho occasione di parlarci tanto. Per me Mattarella è il presidente più prestigioso, con una sua serietà e una sua allegria. E’ incredibile, è un presidente davvero che ci ha aiutato tanto in questo momento in cui l’Italia ha avuto bisogno di una presenza che ci desse sicurezza e lui ha fatto tutto questo per tutti noi”.
Roberto Benigni ha poi ringraziato “Venezia per l’accoglienza e il sostegno. Quando sono arrivato ho ricevuto un’accoglienza da doge, con uno scampanio, dalle gondole alle barche… Poi ringraziato il presidente Roberto Cicutto che ha voluto onorarmi di questo premio, grazie di cuore; il direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera, che quando mi ha chiamato ho fatto un salto e mi sono spogliato dalla gioia anche se lui non mi ha visto”. “Chi riceve un dono così grande da una manifestazione d’amore – ha commentato Benigni a proposito del Leone d’oro – ha un solo dovere come dice Sant’Ambrogio: il primo dovere è ringraziare. E’ un ringraziamento che io faccio a tutti coloro che mi hanno voluto semplicemente bene e che hanno creduto in ciò che facevo, dalle prime persone senza le quali non avrei mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo: io vengo dal nulla, da una povertà meravigliosa, aristocratica. Tante persone mi hanno aiutato in questo viaggio che mi ha condotto a questo meraviglioso regalo. E voglio cominciare proprio dai primi passi, devono davvero tanto a Donato Sannini, Carlo Monni e Lucia Poli, e poi due stelle luminose, polari, che hanno orientato il mio cammino nel mare dello spettacolo: Giuseppe Bertolucci e Vincenzo Cerami. E poi tutti i registi con i quali ho lavorato i quali hanno creduto in me, mi hanno scelto: è un’emozione immensa essere scelti. E molti mi hanno scelto e hanno fatto delle storie con me che sono diventate storie di tutti: Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Paolo Pietrangeli, Luigi Zampa, Bernardo Bertolucci, Costantino Costa-Gravas, Sergio Citti, Renzo Arbore, Massimo Troisi, Jom Jarmusch, Federico Fellini, Blake Edwards, Claude Zidi, Woody Allen, Matteo Garrone. A tutti loro un grazie per avermi scelto, per avermi guardato negli occhi e avermi detto ‘voglio te, ti voglio bene, c’è qualcosa in te’. E’ un’emozione enorme”.
“Dedico il premio a tutti gli italiani che mi hanno voluto bene”
Quindi Benigni ha voluto dedicare il Leone d’oro alla moglie Nicoletta Braschi, “una persona che è nell’apice dei miei pensieri, la mia attrice prediletta”. “In verità non posso nemmeno dedicare questo premio a Nicoletta, perchè in verità – ha sottolineato rivolgendosi alla moglie – le appartiene. E quindi Nicoletta lo dedicherai tu a chi vorrai. Io e te abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni. Io conosco una sola maniera di misurare il tempo: con te e senza di te. Però lo possiamo condividere questo Leone: io mi prendo la coda, per farti vedere la mia gioia, la mia gioia scodinzolando e tu ti prendi il resto; soprattutto le ali sono tue, perchè se nel lavoro qualche volta ho preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, al tuo talento, alla tua bellezza, alla tua femminilità, al fatto di essere donna. Essere donna è un mistero che noi uomini non comprendiamo. Aveva ragione Groucho Marx quando diceva ‘gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta’. Ed è la verità. Io non ce l’ho fatta ad essere come te Nicoletta. Se qualcosa di bello e buono ho fatto nella mia vita è stato sempre attraversato dalla tua luce. Il nostro è stato un amore a prima vista, anzi ad eterna vista”.
Una volta conclusa la cerimonia nella Sala Grande nel Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, Benigni è uscito ed è tornato sul red carpet con il Leone d’oro per accontentare i fotografi. Poi ha parlato brevemente con i cronisti rispondendo ad alcune domande, non prima però di aver improvvisato qualche passo di rumba, gli stessi che fecero Marcello Mastroianni e Sophia Loren nel film “Una giornata particolare” di Ettore Scola. “E anche per me è stata una giornata particolare, unica, irripetibile. A meno che – ha scherzato Benigni – non mi abbiano dato il Leone d’oro perchè sono un principiante, un bambino. Del resto a Venezia abbiamo avuto Tiziano che ha cominciato a fare le sue opere più belle alle soglie dei 90 anni. Quindi può essere che tra una trentina di anni, nel centesimo anniversario della Mostra del Cinema mi daranno un secondo Leone d’oro per la seconda parte della mia carriera”. Benigni ha poi spiegato la sua dichiarazione di amore per la moglie: “In un momento così non ce l’ho fatta a parlare di lavoro, del resto ho fatto tutto con Nicoletta e quindi questo Leone d’oro le appartiene”. L’attore ha quindi dedicato il Leone d’oro “a tutti gli italiani, perchè senza gli italiani e senza l’Italia che mi hanno voluto bene per le cose che ho fatto non mi avrebbero mai dato questo premio”. E un nuovo film quando verrà realizzato? “Vorrei fare ora le mie opere rivoluzionarie e innovative – ha risposto Benigni – Vorrei tanto fare un film nuovo, e se trovassi l’idea vi darei appuntamento qui. Ogni volta comincio e poi…”