Il Viminale alza la guardia in attesa delle proteste annunciate per domani. Intanto, è stato aperto un fascicolo sulle chat di Telegram.
Dai “no vax” ai “no-pass” il passo è breve. Già, perché ora oltre a quelli che non si vaccinano e che rifiutano di iniettarsi un “siero poco affidabile” o che possa causarti permanenti – dicono, ma non lo dice la scienza! – ci sono anche coloro che, davanti ai sempre più crescenti obblighi derivanti dall’utilizzo del Green Pass, gridano alla dittatura sanitaria! E via, così: a tirar fuori dalle tombe Benito Mussolini o a far tornare alla memoria parallelismi storici che, ahimé, di parallelismo hanno ben poco. Già, perché il rischio che si corre a non contestualizzare i fatti, è quello di cadere in banalissimi clichè, ormai già stancanti e dal sapore retrò. E’ senza dubbio vero che il Green Pass abbia, di fondo, dei meccanismi esclusivi che limitano la libertà di chi non lo possiede. Da domani, primo settembre, il certificato vaccinale sarà obbligatorio anche per viaggiare. Così dopo ristoranti, piscine, palestre, cinema, stadi e teatri, da mercoledì sarà necessario utilizzare il “pass” per entrare negli istituti scolastici ma anche per viaggiare. Ed è per questo che le proteste sono già state annunciate e il Viminale ha già alzato le barriere.
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Treni, aerei e bus a lunga percorrenza porteranno a bordo solo persone vaccinate o già immunizzate. Ma le proteste sembrano già bussare alla porta del Viminale, che ha alzato il livello di attenzione, tanto da monitorare anche gli scali aeroportuali per evitare che le proteste superino livelli limiti. Saranno giorni di allerta, dunque, con controlli rafforzati e allerta massima per possibili blitz. I “no green pass” si sono detti pronti a manifestare di nuovo e a bloccare la circolazione ferroviaria. In 54 città italiane sono previste iniziative contro il passaporto vaccinale. L’appuntamento dei manifestanti è alle 14:30 in molte stazioni. Controlli rafforzati a Roma Termini e Roma Tiburtina; ma anche a Torino Porta Nuova; Firenze; Bologna; Napoli. Il Viminale ha assicurato che verrà lasciata “sempre la libertà di manifestare pacificamente nel rispetto delle regole ma non saranno ammessi atti di violenza e minacce”.
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L’allarme dalle chat
Intanto, un altro allarme viene da Telegram, dove è ormai partita la caccia dei “no vax” contro i medici. In particolare, forse seguendo le orme di Anonymous, il gruppo “Basta dittatura” invita a pubblicare i contatti di medici, giornalisti e politici ritenuti, così dicono, “criminali” e responsabili della “dittatura sanitaria”. Nel mirino ci sono Matteo Bassetti, ieri inseguito davanti casa, e Fabrizio Pregliasco. Inoltre, si invitano a riferire i nomi di «tutti i ministri, tutti i capi di partito, cosiddetti virologi criminali, tutti i presidenti di regione, il c******* figliuolo, leccaculi manipolatori più criminali», scrive Open. E c’è, purtroppo, chi pubblica e diffonde dati. Un pericolo reale, quello della rete, purtroppo mai veramente affrontato. Le legislazioni, sotto questo punto di vista, hanno ancora diversi passi da fare per poter cercare di rispondere ai pericoli che proprio dalla rete derivano. Del resto, nei No vax e No Green Pass confluiscono varie anime. “Ci sono quelli arrabbiati per i guai economici dovuti alla pandemia. Ci sono quelli che ne fanno una questione di libertà, un assoluto che secondo loro viene su tutto e su tutti, reagiscono male a ogni tipo di prescrizione e non si rendono nemmeno conto che esiste un confine tra il lecito e l’illecito. Poi ci sono quelli terrorizzati in buona fede dal vaccino. Arrivando a quelli che sono convinti che gli verrà inoculato un microchip. E infine c’è l’ultradestra che cerca spazio”, riferiscono fonti del Viminale a La Stampa. Nel mirino ci sono anche i giornalisti.
Il web è diventato ben presto riflesso della realtà quando i messaggi si sono trasformati in stalking e minacce aggravate. Sulla faccenda indaga la procura di Torino che ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti in concorso. Si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala. Spesso, però, le micce accese dai no vax e dai no pass si sono spente. Hanno dato forfait, come si dice. Un grande fumo, un grande baccano ma poca sostanza. Poca minaccia? Non è possibile dirlo. Si corre il rischio di sovrastimare un problema ben più piccolo di quello che è. Le proteste, del resto, sono parte integrante del consenso. La contronarrativa, è parte integrante della storia. Sta di fatto che la medicina salva, quando può; e quando può comunque ci prova. Che i camici bianchi, oggi offesi e derisi e vittime di angoscianti accuse, non sono affatto criminali o pazzi assassini. Senza dubbio, bisogna riconoscere che il green pass introduce limitazioni e, per certi versi, pone discriminazioni. Bisogna altrettanto riconoscere che l’obbligo vaccinale non c’è in quanto non ha possibilità di essere e che, al suo posto, è stato introdotto come espediente il green pass. Bisogna in ultima analisi riconoscere che i vaccini, i certificati, le norme proteggono. E che, infine, “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”.