Sono soprattutto bambini le vittime “collaterali” degli attacchi con i droni degli Usa contro i militanti dell’Isis-K
E’ strage di innocenti nei raid compiuti dagli Usa contro la nuova sigla del terrore, l‘Isis-K, l’Isis del Khorasan, cellula formata da fuoriusciti dai talebani in quanto giudicati, quest’ultimi, troppo moderati. Nel mirino dell’ultimo raid americano, condotto sempre con un drone, un veicolo “con diversi kamikaze” che si stavano recando all’aeroporto. Lo affermano fonti dell’amministrazione Usa, citate dall’Associated Press, secondo le quali la minaccia “si ritiene sia stata eliminata“.
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Nove membri di una famiglia, tra cui sei bambini due dei quali di soli due anni, sono stati uccisi nel raid americano a Kabul. Lo ha denunciato il fratello di una delle vittime a un giornalista locale che collabora con la Cnn. L’uomo ha precisato che nell’attacco è stato ucciso il fratello Zamaray (40 anni) insieme a Naseer (30 anni), Zameer (20 anni), Faisal (10 anni), Farzad (9 anni), Armin (4 anni), Benyamin (3 anni), Ayat e Sumaya (2 anni). Tre, invece, per l’Associated Press, che cita un funzionario afghano coperto dall’anonimato, i bambini uccisi nel raid mentre per la tv locale Ariana il bilancio dei morti causato dall’esplosione sarebbe più pesante: 6 morti, inclusi 4 bambini.
Afghanista, strage di bambini nei raid Usa contro l’Isis-K. La conferma del Pentagono
Nella suindicata deflagrazione “sono stati distrutti anche due veicoli“: nondimeno ancora non è chiaro se questa esplosione sia correlata al raid americano contro kamikaze diretti all’aeroporto o no. Intanto, il Pentagono ha confermato il raid a Kabul: “Le forze americane hanno condotto un raid di autodifesa contro un veicolo a Kabul eliminando un’imminente minaccia all’aeroporto di Kabul. Abbiamo fiducia nel fatto che il target sia stato colpito. Significative esplosioni secondarie dal veicolo hanno indicato la presenza di una significativa quantità di materiale esplosivo”.
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Per l’ambasciatore russo a Kabul, Dmitry Zhirnov, secondo quanto riferito dal “The Guardian”, i talebani potrebbero conquistare nelle prossime ore la provincia del Panshir, centro della resistenza nel nord est dell’Afghanistan. Il diplomatico ha poi precisato che la situazione nell’unica provincia afghana che non è ancora caduta nelle mani dei talebani è “relativamente calma“. Tuttavia, come rivelato da fonti locali alla BBC, quasi tutte le reti internet e di telecomunicazioni in Panshir sono state tagliate dai talebani.