L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Borrell apre ad una nuova fase per la politica estera
La crisi in Afghanistan sta aprendo a nuovi scenari per l’Occidente ma anche per l’Unione Europea. Stanno cambiando tante cose. Dalla seconda guerra mondiale in avanti gli Stati Uniti sono sempre stati i portatori dell’idea di vita dell’Occidente e anche i difensori di quest’ultima manifestata anche attraverso la forza militare. L’Europa occidentale è sempre stata sotto la protezione americana.
L’Afghanistan apre al cambiamento nell’Occidente
Ora, però, i segnali che arrivano sono di cambiamento come sottolinea Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza: “E’ arrivato il momento di costituire una forza europea di pronto intervento, perché gli americani non combatteranno più le guerre degli altri. Il presidente Joe “Biden – ha proseguito – è stato chiaro nel dire che gli Stati Uniti in Afghanistan hanno fatto ciò che dovevano fare”. Tuttavia, Borrell non vuole minare l’alleanza Atlantica e chiarisce: “Dobbiamo usare questa crisi per rafforzare la relazione transatlantica, rendendola più equilibrata. Non è il momento di disimpegnarci”.
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Secondo Borrell, è giunta l’ora che l’Unione crei una sua forza militare, “composta di cinquemila soldati in grado di mobilitarsi a chiamata rapida”, e che possa agire nelle emergenze. “La Ue deve essere in grado di intervenire per proteggere i propri interessi quando gli americani non vogliono essere coinvolti”, ha detto Borrell.
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La crisi in Afghanistan viene definita come una catastrofe per gli afghani, un fallimento per l’Occidente e un punto di svolta per le relazioni internazionali. La crisi aprirà nuovi equilibri occidentali e mondiali. Una nuova sfida che forse servirà all’Unione per essere più coesa, non solo a livello commerciale e finanziario.