M5S, le “restituzioni” non esistono più. Chiude il sito tirendiconto.it

Un’altra “fregatura” elettorale del Movimento si è conclusa. Ma da anni le rendicontazioni non erano attendibili

Crolla l’ultima bandiera grillina, quella delle cosiddette “restituzioni“: il Movimento 5 Stelle a chiuso il sito tirendiconto.it, il suo dominio è stato messo in vendita tramite asta. La pagina web era preposta a rendicontare spese, guadagni degli eletti pentastellati e a fornire i numeri sui soldi reinvestiti per attività di pubblico interesse. Da oggi dunque non sarà più possibile sapere nemmeno a quanto ammontano gli stipendi dei collaboratori e quanto è stato speso per eventi e campagne elettorali. Varrebbe da dire, alla faccia della tanto decantata trasparenza.

A guardar bene, da diversi anni il sito non forniva più dati attendibili. Molti parlamentari avevano smesso di rendicontare spese e guadagni e tirendiconto.it e i rimborsi sono stati spesso al centro di incredibili polemiche e truffe. I fatti più clamorosi furono quelli del deputato Andrea Cecconi e del senatore Carlo Martelli, capilista nelle regioni Marche alle elezioni politiche del 2018, un caso portato alla luce dalle Iene durante una puntata andata in onda sui canali Mediaset ormai più di tre anni fa. Secondo le stime avrebbero dovuto dare al Movimento rispettivamente 21mila e 76mila euro, denaro ufficialmente rendicontato tramite la foto del bonifico che però veniva annullato poco dopo, evitando così il reale versamento.

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I due furono espulsi da M5S prima delle elezioni, ma non fu possibile rimuoverli dalla loro posizione in lista. Risultato: Cecconi e Martelli oggi sono parlamentari di altre formazioni politiche. Oltre che una presa in giro per i cittadini, un vero e proprio disastro politico targato Di Maio e soci.

Non è tutto qui. “Sono in parecchi che lo fanno. Siamo alla doppia cifra. Non c’è nessuno che controlla se queste restituzioni avvengono, si va sulla fiducia” affermava una fonte anonima qualche anno fa, insinuando che i parlamentari del M5S tenessero il denaro per sé stessi, quando stampa e opinione pubblicano iniziarono a indagare seriamente sul caso e verificare l’attendibilità di tirendiconto.it.

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Pian piano vennero fuori nomi più altisonanti a iniziare dall’allora ministra per il Sud Barbara Lezzi e del senatore Maurizio Buccarella, entrambi eletti in Puglia. E insieme a loro altri nomi, alcuni di questi mai venuti agli onori della cronaca. Una vera a propria truffa ai danni dei cittadini, dove le promesse elettorali si trasformavano in bugie, bonifici tarocchi e screenshot modificati con programmi di fotoritocco.

Stando così le cose, la fine delle finte rendicontazioni non poteva che essere ovvia. Il sito era inutile da diverso tempo e i pentastellati hanno da anni abbandonato la loro politica aggressiva verso la vecchia classe dirigente, trasformandosi in un partito di stampo democristiano e ben installato nei meccanismi tipici dei partiti italiani.

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E’ il nuovo corso di Giuseppe Conte, bellezza. Ci si chiede ora, a distanza di pochi anni dalle campagne anti-casta del Movimento, cosa sia rimasto dei principi del M5S e con quali progetti si presenterà per chiedere nuovamente fiducia agli elettori. Persino il consenso dell’ex-premier oggi capo politico è in grave calo. La fine del partito non sembra poi così lontana, un collasso che potrebbe avvenire con la stessa rapidità e clamore con cui era esploso in pochi anni, arrivando a essere prima forza di Governo e maggioranza relativa del Parlamento italiano.

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