Oltre 800 profughi afghani sono arrivati nel Lazio: uomini, donne (molte delle quali incinte) e soprattutto bambini, in alcuni casi senza le rispettive famiglie. La rete del Forum del Terzo Settore si sta occupando di fornire la massima assistenza. I civili, infatti, sono partiti senza portare con sé sostanzialmente nessun oggetto personale, eccetto qualche telefono per comunicare con i cari rimasti in Afghanistan.
Uomini in difficoltà, donne in molti casi incinte e soprattutto bambini, anche soli. I profughi afghani arrivati nel Lazio questa settimana sono, in base alle ricostruzioni del Corriere della Sera, oltre 800. In molti casi soffrono, nel fisico e nell’anima. La paura non li ha ancora abbandonati, in quanto temono ripercussioni anche a distanza. Le donne, per questa ragione, hanno chiesto di ricevere un velo da indossare. I più piccoli, invece, sono arrivati vestiti con pochi stracci. Con sé, alcuni, hanno soltanto un telefono, con la speranza di potere rimanere in contatto con coloro che sono rimasti in Afghanistan. La rete di associazioni umanitarie e cooperative sta dando a tutti assistenza e cure. Dall’aeroporto di Fiumicino, se in buone condizioni di salute, verranno per il momento trasferiti in cinque hotel della Capitale. «Nessuna famiglia verrà separata», hanno assicurato.
“La nostra rete di associazioni e cooperative, tutto il Centro servizi volontari Lazio, sta lavorando senza sosta per garantire la massima assistenza a queste persone, per rispondere a ogni bisogno. È il miglior esempio di modello di welfare, stiamo dimostrando che può funzionare anche di fronte a un’emergenza simile”. Lo ha detto Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore, che sta coordinando le decine di volontari impegnati nell’assistenza degli 800 profughi afghani arrivati all’aeroporto Fiumicino con i velivoli organizzati dalla Difesa. Per il momento verranno sottoposti a quarantena nelle strutture alberghiere di Roma, successivamente verranno spostati in centri di accoglienza a lungo termine.
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I beni di prima necessità di cui hanno bisogno al momento, tuttavia, sono tanti: da medicinali a vestiti, fino a latte e pannolini per i più piccoli. Le Asl della Capitale stanno provvedendo a fornire le cure a coloro che non sono in buone condizioni di salute, ma anche a tutti coloro che hanno bisogno di supporto psicologico. Ai profughi afghani sono stati anche fornite delle tessere sanitarie provvisorie. “La cabina di regia è stata straordinaria, tra Regione, Protezione civile e associazioni tutti coordinati. Ogni ora c’è un caso da gestire, parenti da rintracciare insieme al governo per salvarli. I romani ci stanno offrendo abiti o viveri, ma associazioni come Salvamamme, Nonnaroma o Esercito della Salvezza ci stanno già supportando”, ha concluso Francesca Danese.
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