Scuola, Green Pass obbligatorio dal 1° settembre. Ma restano criticità

Ci si avvicina al primo settembre, data nella quale il Green Pass diventerà obbligatorio anche per il personale scolastico e universitario, ma sulla scuola restano ancora numerose incertezze. Chi controllerà il possesso di Green Pass? Chi controllerà la scadenza? E in caso di sospensione dall’incarico, chi verrà chiamato a sostituire il docente sospeso? Queste e molte altre sono le domande che stanno attanagliando il mondo della scuola alle soglie della riapertura. 

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MeteoWeek.com (Photo by Diana Bagnoli/Getty Images)

Dal primo settembre l’obbligo di Green Pass toccherà anche il mondo scuola: tutto il personale scolastico e universitario dovrà entrare in possesso del Certificato verde. Chiunque sarà sprovvisto di Green Pass non potrà accedere alle strutture scolastiche, e risulterà come “assenza ingiustificata“. Alla quinta assenza ingiustificata scatta la sospensione dall’incarico e dello stipendio. Sulla questione, però, restano ancora molti nodi da sciogliere, che stanno agitando le acque del mondo scuola alle soglie della riapertura. I toni si alzano anche e soprattutto in una nota rilasciata da Uil Scuola, che comunica di voler lasciare la firma al protocollo di sicurezza firmato lo scorso 14 agosto, ma di voler ritirare la delegazione al MI.

Le decisione è stata spiegata facendo appello a una motivazione: stando a Uil Scuola, la nota inviata alle scuole risulta in contrasto con gli impegni assunti dal ministero: “Il decreto del 6 agosto prevede il green pass per l’accesso ai locali. Il protocollo firmato rappresenta lo strumento per disciplinarlo in modo meno traumatico. Contiene impegni politici – dalle classi troppo numerose ai lavoratori fragili – che abbiamo ottenuto con un confronto serrato. Ora vanno rispettati. E’ il ministro che se ne dovrà fare carico. Le persone sono preoccupate e le scuole sono nel caos”. Più nello specifico, nella nota della Uil pesa il nodo dei tamponi a carico del personale scolastico e non a carico del “datore di lavoro”. Ma non è l’unico punto sul quale tutto il mondo scuola chiede chiarezza.

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Il controllo del Green Pass

Un’altra questione riguarda il controllo della validità di Green Pass: i dirigenti scolastici attendono ancora indicazioni precise da parte del ministero. Soprattutto, resta da capire se e come si potrà conoscere la data di scadenza del Certificato. L’applicazione VerificaC19 non fornisce indicazioni in questo senso e sulla questione pesa anche un altro fattore: la privacy. Secondo il presidente dell’Authority per la privacy, Pasquale Stanzione, i presidi non potrebbero neanche accedere alla “verifica diretta delle scelte vaccinali“, stilando un’ipotetica lista di docenti no-vax. Stanzione spiega in un’intervista a la Repubblica: i presidi “devono limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida”. Questo perché, spiega Stanzione, il vaccino non risulta obbligatorio.

L’insieme di questi fattori porterebbe i dirigenti scolastici a dover controllare il Certificato verde giorno per giorno, non potendo conoscere né i reali vaccinati né la data di scadenza di ogni singolo Green Pass. Una pratica che – inutile ribadirlo – diventa complessa e dispendiosa, soprattutto per i plessi più grandi. Per questo il presidente dell’Anp Sardegna, Massimo De Pau, ha già fatto presente: “Basterebbe semplicemente che i ministeri della Salute e dell’Istruzione si interfaccino per incrociare le banche dati. L’Anp ha chiesto esattamente questo, la nostra proposta è di avere i dati completi del Green pass”. 

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La sostituzione 

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MeteoWeek.com (Photo by Diana Bagnoli/Getty Images)

Un’altra questione opaca riguarda la sostituzione di personale scolastico sprovvisto di Green Pass per il quinto giorno consecutivo. Per far fronte a possibili sostituzioni, il governo avrebbe già stanziato 358 milioni di euro, in modo da garantirsi i fondi necessari per finanziare le eventuali supplenze. Il problema riguarda la modalità di queste supplenze: i lavoratori della scuola ribadiscono che il rischio è di imbattersi in supplenze brevi improvvise all’esaurimento della validità del tampone. Alcune di queste, specie se particolarmente brevi, possono essere coperte dal personale interno, ma la difficoltà sta proprio nel prevedere la durata di queste supplenze. Oltretutto – ribadisce Silvia Baldaccini, dell’Agnoletti di Sesto Fiorentino al Corriere Fiorentino – “ai docenti non posso chiedere prima se ce l’hanno o no, senza l’autorizzazione del Ministero, forse posso chiedere però se vogliono dichiararne il possesso volontariamente”, come si fa per lo sciopero. Insomma, alla presa di servizio l’istituto non potrebbe chiedere esplicitamente al docente se è in possesso di Green Pass, e dunque non ne può valutare la reale “spendibilità” a lungo periodo.

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L’appello

Insomma, i nodi da sciogliere sono ancora molti, e per questo la nota di Uil Scuola lancia l’appello: “Per paradosso in base alle disposizioni di legge in caso di sanzione non è il preside che deve intervenire ma il Prefetto. Quello della scuola è l’unico settore per il quale sono state previste anche sanzioni economiche. Una vera e propria vessazione. Sarà il caos“. Poi ancora: “Per questo rilanciamo la nostra proposta di moratoria in modo da permettere alle scuole di organizzarsi e al Parlamento di convertire in legge il decreto che va profondamente cambiato. La gestione di questa fase sarà difficilissima e non potrà essere fatta autoritativamente. L’idea di governare la scuola con le circolari ha già mostrato tutti i suoi limiti negli anni scorsi”, conclude il sindacato.

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