Afghanistan, Cirielli: “Di Maio e Guerini ammettono il fallimento della Nato”

Afghanistan, Edmondo Cirielli (FdI) in una nota post audizione alla Camera: “Di Maio e Guerini onesti, ammettono il fallimento della Nato. Una Caporetto in Afghanistan, errore su cui si dovrà meditare”.

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Afghanistan, la nota di Edmondo Cirielli post audizione (foto di archivio) – meteoweek.com

In merito alla drammatica situazione in Afghanistan, si è epresso il Questore della Camera e membro della Commissione Affari Esteri Edmondo Cirielli (FdI), giusto al termine dell’audizione dei ministri Di Maio e Guerini. “Bisogna dare atto ai due Ministri del Governo italiano, che ha assistito impotente alla disfatta degli Usa e della Nato in Afghanistan, di essere stati onesti nella loro audizione. In particolare il ministro Guerini, il quale ha perfino stigmatizzato, giustamente, il comportamento unilaterale degli Usa ricordando che, già in precedenza, a nome dell’Italia, aveva espresso la propria contrarietà rispetto ad un ritiro così precipitoso”, si legge nella nota di Cirielli. “Allo stesso tempo, però, le dichiarazioni dei Ministri hanno confermato che l’Italia non conta più niente e che gli Usa non sono stati leali con l’Alleanza”, incalza il Questore della Camera.

Cirielli: “Caporetto in Afghanistan, errore su cui si dovrà meditare”

Nessuno vuole mettere in discussione il comportamento degli Usa nei confronti dell’Alleanza, spiega ancora nella nota Edmondo Cirielli. Tuttavia, sottolinea poi come “questa Caporetto in Afghanistan conferma che, in futuro, l’Italia sarà sempre più sola nelle dinamiche geopolitiche”. “Al Ministro Di Maio che chiede più fondi per le politiche di cooperazione – prosegue il Questore della Camera – dico che, invece, alla luce di questa esperienza negativa, dovrebbe chiedere più fondi ma per lo Strumento Militare”.

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Questo perché, prosegue la nota, “in un mondo sempre più pericoloso vale sempre di più l’antica massima romana: ‘Se vuoi la pace prepara la guerra’. Fa piacere, inoltre, riscontrare che i Ministri abbiano parlato soltanto di proteggere e accogliere i nostri collaboratori afghani e le loro famiglie: è un dovere morale verso queste persone e per la stessa credibilità dell’Italia, che deve essere in grado di tutelare i propri militari nelle missioni internazionali”.

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“D’altro canto – conclude poi  Cirielli – la nostra Italia non può certamente diventare il campo profughi delle guerre che si combattono nel mondo. E, quindi, tocca ai Paesi confinanti con l’Afghanistan aiutati dall’Onu (che già riceve a questo scopo molti finanziamenti anche dalla nostra Patria) fare la loro parte per accogliere e tutelare profughi e rifugiati. Rimane, comunque, l’impreparazione anche dell’organizzazione militare, politica e di intelligence italiana nel non aver previsto il tracollo afgano. Un errore su cui si dovrà meditare”.

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