L’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, in carcere da maggio per aver violentato, nel suo appartamento di lusso in centro a Milano, una studentessa di 21 anni, dopo averla resa incosciente con una dose massiccia di tranquillanti per poi fotografarla, e accusato pure di altre violenze con lo stesso schema, ora è indagato anche per bancarotta fraudolenta.
La nuova contestazione è emersa dopo che nei giorni scorsi, su richiesta della Procura di Milano, è stata dichiarata fallita, per debiti erariali e previdenziali da oltre mezzo milione di euro, la Industria Farmaceutica Italiana srl, di cui Di Fazio risultava amministratore di fatto.
I primi di agosto, a seguito delle indagini coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Alessia Menegazzo e Pasquale Addesso e condotte dai carabinieri, Di Fazio è stato mandato a processo con rito immediato per gli abusi ai danni della 21enne attirata nell’appartamento col pretesto di uno stage formativo alla Global Farma, società creata dal manager lo scorso aprile e, secondo gli accertamenti, nata ‘dalle ceneri’ della Ifai, fallita a fine luglio.
Si aprirà il 16 di novembre il processo sulle violenze, (a settembre Di Fazio avrà tempo per chiedere il rito abbreviato) e in merito solo al caso della studentessa che si era trovata a casa di Di Fazio il 27 marzo scorso totalmente priva di forze e completamente stordita. Dalle indagini, ci sarebbero altre 4 vittime, che avrebbero subito abusi con lo stesso schema, a cui si aggiunge pure l’ex moglie dell’imprenditore che sarebbe stata oggetto di maltrattamenti e di un tentato omicidio.
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Riguardo tutti questi episodi sono ancora in corso gli accertamenti e si stanno approfondendo sospetti legami dell’imprenditore con ambienti della criminalità organizzata calabrese. Nel frattempo in un altro filone di indagine Di Fazio è accusato di bancarotta per il crac della Ifai che avrebbe avuto anche debiti non onorati con enti pubblici. Tra gli episodi una presunta mancata consegna di mascherine per un valore di circa 200mila euro ad un’azienda sanitaria piemontese. L’amministratrice formale della Ifai, presunta ‘testa di legno’, nei mesi scorsi aveva denunciato Di Fazio. Nella sentenza di fallimento i giudici (presidente Sergio Rossetti) scrivono che la società “non ha depositato i bilanci dei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento” e mettono in luce l’esistenza di un “ingente debito erariale”.