Sanzioni amministrative da 400 a 1000 euro per il cittadino e per il gestore del locale. Quest’ultimo rischia anche la chiusura dopo aver commesso 3 violazioni. Il green pass è uno strumento nuovo ed occorre attenzione per evitare le multe.
Il primo modo per gestire le multe relative al green pass è ovviamente evitare di riceverle, ecco quindi una breve ricapitolazione di quanto è necessario.
L’obbligo della certificazione non si applica a persone in possesso di certificato cartaceo di esenzione per motivi di salute (fino al 30 settembre). Anche i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera nell’ambito della sperimentazione Covitar (fino al 30 settembre) non devono esibire il certificato. Il Green pass non è obbligatorio anche per i bambini sotto i 12 anni ma questi possono comunque ottenerlo. Tuttavia l’età minima per ottenere il certificato è 2 anni. Per questa ragione dai 2 ai 6 anni è possibile richiedere il Green Pass senza fare il tampone. Dai 6 ai 12 anni, diversamente, occorre un tampone negativo o essere guariti dal covid. Tutti gli altri hanno l’obbligo di certificazione per partecipare ad una serie di eventi o entrare in determinati locali.
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Dal 1 settembre, inoltre, il personale scolastico e universitario e gli studenti universitari dovranno esibire la certificazione. Sempre a decorrere dal primo settembre sarà necessario il green pass per l’accesso e l’utilizzo dei seguenti mezzi di trasporto:
Per munirvi di green pass ed evitare le multe avete bisogno di tessera sanitaria e documento di identità. Con questi documenti dovete rivolgervi al sito internet ufficiale, all’app io o immuni o ai medici di medicina generale, farmacie e pediatri di libera scelta.
Quali sono i requisiti per il rilascio del certificato?
1)Aver fatto almeno una dose di vaccino.
2)Essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti.
3)essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti.
Una volta ottenuto, il green pass è valido dal 15esimo giorno dopo la vaccinazione e per 270 giorni (circa 9 mesi). É valido fino sei mesi dal primo tampone positivo di una persona guarita dal nuovo coronavirus. In seguito a tampone molecolare o antigenico il green pass vale solo 48 ore.
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Il green pass risulterà revocato allo scadere delle 48 ore dopo il test negativo. O quando è stata somministrata la prima dose ma non ci si è presentati all’appuntamento per il richiamo. O se si contrae il nuovo coronavirus.
Per il cittadino sprovvisto di green pass sono previste multe da 400 a mille euro. Contro la sanzione amministrativa si può sempre presentare un ricorso per opporsi. La legge stabilisce il termine di 30 giorni davanti al giudice di pace o al tribunale; il ricorrente deve essere presente all’udienza, non è necessario farsi assistere da un legale e il pagamento della multa preclude la possibilità di presentare ricorso. Il costo minimo da sostenere è di 43 euro di bolli (contributo unificato in base al valore della causa). Il ricorso deve essere depositato presso la cancelleria pace personalmente, da persona munita di delega oppure inviato a mezzo posta raccomandata A/R. È obbligatorio indicare il codice fiscale del ricorrente. In caso di sconfitta è possibile impugnare dinnanzi al Tribunale. È importante ricordare che la amministrativa, una volta contestato l’illecito nei termini previsti dalla legge, non si prescrive mai.
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Come succede già nel caso delle multe stradali o sui mezzi di trasporto pubblico, la sanzione può essere pagata con uno sconto del 30% entro 5 giorni lavorativi.
Ulteriori rischi si presentano in caso di certificazione falsa o di presentazione di certificazione di un’altra persona. Nel primo caso si configura il reato di falso ex. art. 482 cp.. Tale articolo punisce colui che con la sua condotta compromette la fiducia dei privati nei confronti degli atti pubblici. Le sanzioni per tale reato, contemplate dagli articoli 476, 477 e 478, prevedono la reclusione da sei mesi a tre anni. Nel secondo caso si configura il reato di sostituzione di persona ex. art. 494 cp.. “Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno.”
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Il caso di sostituzione di persona risulta, però, più difficile da accertare. Il cliente, nel caso venga richiesto il green pass è tenuto a mostrarlo (anche se non si tratta di pubblico ufficiale). Il gestore del locale, però, per quanto possa chiedere il documento di identità in caso di palesi incongruenze, non è obbligato ad operare tale controllo. Il gestore è obbligato solo al controllo del green pass e non risponde degli eventuali green pass falsi o di sostituzioni di persone se non in caso di palese incongruenza.
Una novità che va ad incidere molto sulla quotidianità di donne e uomini: e non tutti accettano di buon grado un tipo di controllo così pervasivo. Abbiamo provato a chiedere ad un campione di cittadine e cittadini (nello specifico a Milano) un parere su questo provvedimento così discusso. Lae risposte nel servizio a cura di Agnese Peccianti.
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