Due sindaci leghisti si sono resi disponibili a ricevere coloro che scappano dal regime dei talebani. Ovviamente a certe condizioni
C’è qualcosa di diverso in questi giorni negli esponenti della Lega rispetto alle solite uscite nazionali. Sebbene Salvini abbia da subito posto un freno all’accoglienza dei profughi afgani in fuga dal rinnovato regime dei talebani, alcuni sindaci del Carroccio si sono invece resi disponibili a riceverli nelle loro città.
Parlano di umanità e solidarietà, parole a cui Matteo Salvini non ci ha abituati, e della necessità di accogliere chi ha bisogno. In particolare sono due sindaci delle città di Ferrara e Borgosesia (in provincia di Vercelli), rispettivamente Alan Fabbri e Paolo Tiramani. Il primo ha rilasciato una intervista a Repubblica nella quale si è reso disponibile “a fare la nostra parte. Di fronte alla catastrofe umanitaria in Afghanistan daremo, come ente locale, la massima disponibilità per salvare vite, a partire da donne e minori. Come sindaco, come cittadino, sono pronto a dare un contributo e a mettere in campo la massima collaborazione, nel limite delle possibilità che possiamo offrire, per sottrarre i civili esposti alla barbara azione degli estremisti islamici“.
Fabbri richiama l’Europa alla sua responsabilità, questo sì in linea con la politica leghista: “Una risposta veloce, mirata, adeguata attraverso l’attivazione di corridoi umanitari e non con un approccio caotico come, purtroppo, troppe volte visto in passato, che metterebbe unicamente a rischio la sicurezza. Non saremo disponibili a subire le scelte sbagliate o l’inerzia imposta da Bruxelles” dice il primo cittadino di Ferrara.
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Il sindaco di Borgosesia è dello stesso avviso, sebbene su un punto è perfettamente d’accordo con il suo leader di partito. “Salvini ha detto sì ai corridoi umanitari per donne e bambini in pericolo. Poi ha precisato che bisogna fare anche attenzione a chi arriva“. Proprio questa mattina Salvini aveva dichiarato il suo “sì ai corridoi umanitari per donne, bambini e chi ha collaborato, ma non possono chiedere solo all’Italia di accogliere migliaia di persone, c’è anche un rischio di infiltrazioni malavitose“.
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Leggero cambio di linea sui migranti per la Lega dunque. Persino Susanna Ceccardi, europarlamentare del Carroccio e candidata lo scorso anno a presidente della regione Emilia Romagna, parla di solidarietà (sebbene condizinata). La fedelissima di Salvini aveva impropriamente paragonato i migranti ai cani: “Chi mi accusa di tenere più alla vita di un chihuahua che alla vita di un immigrato, non capisce che i chihuahua non sbarcano a migliaia sulle nostre coste” aveva detto in un video solo un anno fa. Ora invece si dice favorevole ai corridoi umanitari dall’Afghanistan, almeno per donne e bambini.