Un gruppo di presidi, tramite il sindacato Udir, in vista della riapertura della scuola, ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro l’obbligatorietà del Green Pass per i docenti e per il personale Ata. La misura del Governo è ritenuta «illegittima» e «discriminatoria», oltre che una fonte di aumento di lavoro e responsabilità per i dirigenti che avranno il compito di controllare i certificati.
L’Udir, il sindacato dei presidi, dice “no” all’obbligatorietà del Green Pass per i docenti e per il personale scolastico. Dal 1° settembre, infatti, in base all’ultimo decreto del Governo, coloro che lavorano a contatto con gli alunni – nonché gli studenti universitari stessi – dovranno avere aderito alla campagna di vaccinazione oppure sottoporsi regolarmente a tampone per entrare negli istituti. In caso in cui ciò non avvenisse, per i dirigenti che non hanno controllato adeguatamente la regolarità dei certificati scatterà una multa dai 400 ai 1000 euro. Un provvedimento che viene ritenuto «illegittimo» e «discriminatorio» dai diretti interessati. Alcuni di loro, per questa ragione, hanno deciso di presentare ricorso al Tar del Lazio.
Il ricorso dei presidi contro il Green Pass
“L’obbligo del green pass è illegittimo e discriminatorio nella misura in cui va contro il regolamento 953 del 2021 e ai sensi del quale è stato adottato per gli spostamenti per l’estero, oltre a mettere i Dirigenti scolastici nella posizione di dover sanzionare chi del proprio personale ne sia sprovvisto aumentando notevolmente il carico di lavoro e soprattutto le responsabilità”. Questo il parere di Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir. Il sindacato dei presidi ha dato ai propri iscritti la possibilità di sottoscrivere, tramite una piattaforma, il ricorso collettivo gratuito contro il Green Pass obbligatorio a scuola. “Sarà richiesto un provvedimento urgente al giudice amministrativo a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico e accademico e al giudice ordinario un’ordinanza contro l’azione discriminatoria e per i relativi risarcimenti patiti”.
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Il sindacato Udir, in tal senso, ha sottolineato le presunte irregolarità del provvedimento. “Il Regolamento europeo spiega chiaramente che non può essere messo l’obbligo e non si possono discriminare i cittadini dell’Unione europea in base alla vaccinazione e al possesso del green pass”, si legge. “Vogliamo notificare il ricorso al Tar Lazio avverso tutti i provvedimenti amministrativi applicativi dell’obbligo: abbiamo aperto le adesioni e si potrà aderire entro il 23 agosto 2021. L’obbligo che porta tra l’altro non solo alla sospensione dello stipendio ma anche alle multe da 400 a 1000 euro che per noi è illegittimo”. Come se non bastasse, i presidi sono convinti del fatto che non sarà di certo l’imposizione alla vaccinazione oppure al tampone a salvare la scuola dall’ombra della didattica a distanza “dato che nessuno nell’amministrazione si è voluto fare carico di mettere in atto reali soluzioni per permettere alle scuole di operare in sicurezza aggravato”.