Venticinque carabinieri forestali sono stati dislocati in Sicilia da altre regioni italiane per Ferragosto. Ma l’emergenza incendi avrebbe bisogni di ben altro sostegno.
Sono già operativi, hanno iniziato la loro nuova missione a Ferragosto: parliamo dei 25 operai forestali dell’Arma dei Carabinieri giunti da varie regioni d’Italia, su disposizione del Comando generale, come rinforzo a Vigili del Fuoco, Protezione Civile e alle altre forze dello Stato impegnate da settimane a contrastare gli incendi che stanno duramente colpendo la Sicilia. Il personale di rinforzo si occuperà prevalentemente di attività di bonifica del territorio e opererà accanto alle stazioni dell’Arma e dei carabinieri forestali dei tre Centri “anticrimine natura” di Palermo, Agrigento e Catania. Si tratta di reparti specializzati nelle attività di repressione di ogni forma di aggressione all’ambiente e alla biodiversità.
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Questa collaborazione nasce da un accordo tra l’Arma e la Regione Sicilia e, in particolare, con l’assessorato al Territorio e Ambiente. I Comandi provinciali dei carabinieri dell’Isola, sul piano operativo e di contrasto al fenomeno degli incendi, hanno sviluppato a luglio e agosto un’intensa attività di prevenzione e pattugliamento del territorio. Questo tipo di intervento, insieme ad attività più specificatamente investigative, hanno consentito di denunciare all’autorità giudiziaria 20 persone ritenute responsabili di aver provocato incendi di varia natura.
Certo, immaginare che 25 operatori possano cambiare radicalmente gli equilibri delle forze messe in campo per combattere la piaga degli incendi che, estate dopo estate, sottrae enormi porzioni di bosco al patrimonio ambientale del nostro paese è quantomeno difficile. Una notizia del genere porta quasi in automatico con se una drammatica consapevolezza: mancano mezzi, uomini e disponibilità.
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Sono frequenti, ad esempio, gli appelli dei sindacati dei Vigili del Fuoco che denunciano una carenza molto preoccupante di uomini, tale da lasciare dei territori quasi del tutto scoperti. In una fase di evidenti cambiamenti climatici, che portano a periodi di siccità estremi e di conseguenza al rischio sempre maggiore di incendi devastanti, sarebbe davvero necessario provvedere a rendere il più possibile operativi quei Corpi dello Stato che sono preposti a fronteggiare questo tipo di emergenza.
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