La variante Delta del Covid-19 può essere trasmessa dai vaccinati? Gli esperti, sulla base dei primi dati sulla diffusione dei contagi di tale mutazione in India, hanno avviato alcuni studi in merito. I test, condotti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e a Singapore, sembrerebbero confermare che anche una parte degli immuni possono trasportare il virus. È per questa ragione che le precauzioni – come la mascherina e il distanziamento sociale – dovrebbero essere ugualmente rispettate.
Il ciclo di vaccinazione completo contro il Covid-19 protegge dalla manifestazione dei sintomi gravi dell’infezione, anche nella variante delta. I pazienti, tuttavia, possono in alcuni casi contrarre ugualmente il virus e dunque trasmetterlo ad altri. Gli esperti, in tal senso, hanno analizzato la correlazione tra le caratteristiche della mutazione e la possibilità che ciò avvenga. I risultati dei test – condotti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e a Singapore – sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Nature”. Essi sottolineano l’efficacia dei sieri attualmente a disposizione, ma allo stesso tempo ribadiscono la necessità di continuare a rispettare le tradizionali misure utili ad evitare la diffusione del virus, tra cui l’indossare la mascherina al chiuso ed il mantenimento del distanziamento sociale.
Lo studio americano su variante Delta e vaccinati
Gli studi sulla correlazione tra la variante Delta del Covid-19 e i vaccinati sono molti. La rivista francese “Nature” ne ha raccolto i risultati, pubblicando una panoramica. Essi si basano sui primi dati relativi alla diffusione della mutazione, avvenuta in India tra aprile e maggio. L’esito dei test condotti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e a Singapore è più o meno comune. Tutti, infatti, ammettono l’esistenza di casi di infezione «breakthrough», ovvero che aggirano il vaccino. “Ciò significa che, nonostante la protezione offerta” dalle iniezioni scudo, “una parte delle persone vaccinate può trasmettere Delta, eventualmente favorendone l’ascesa”. I livelli di virus registrati nel naso possono essere davvero elevati e, dunque, le persone, anche se vaccinate, “possono inconsapevolmente diffondere il virus ad altri”. È per questa ragione che “le persone vaccinate devono ancora prendere precauzioni”. A dirlo è stato David O’Connor, virologo dell’University of Wisconsin-Madison.
La ricerca condotta dal Dipartimento sanitario della contea di Madison e Dane ha esaminato le infezioni nel Wisconsin a giugno e luglio e stimato la concentrazione del virus in 719 persone infette (al 90% con la variante Delta del Covid-19) attraverso l’analisi dei campioni nasali. Più basso è il valore Ct e più materiale genetico virale è presente all’interno di essi. Dei 311 vaccinati positivi, la maggior parte aveva valori Ct a un livello tale da essere contagiosi. “Può accadere: può essere vero che le persone vaccinate possono diffondere il virus. Ma non sappiamo ancora quale sia il loro ruolo relativo nella diffusione complessiva della comunità”, ha detto il coautore Thomas Friedrich, anche lui virologo dell’University of Wisconsin-Madison.
LEGGI ANCHE -> 20 anni in Afghanistan ma parlano come se lo scoprissero solo ora
La ricerca sui «breakthrough» del Texas
Un ulteriore studio in merito è stato condotto in Texas. Il team dello Houston Methodist Hospital, analizzando la quasi totalità dei casi registrati nel sistema ospedaliero, ha scoperto che il 17% di quelli con variante Delta riguarda persone vaccinate. La presenza di casi di «breakthrough» nella mutazione in questione è di circa tre volte superiore rispetto alle altre. “C’è potenzialmente una biologia leggermente diversa per l’infezione”. Lo ha detto James Musser, direttore di un centro per la ricerca sulle malattie infettive della struttura sanitaria. La buona notizia, però, è che le persone vaccinate che hanno contratto la variante Delta in genere rimangono positive per un tempo minore rispetto a quanto accade con le altre.
LEGGI ANCHE -> Scuola, presidi ricorrono al Tar contro il Green Pass: “Illegittimo e discriminatorio”
I test condotti nel Regno Unito
Anche nel Regno Unito sono stati condotti studi di questo genere. La variante Delta, infatti, ha iniziato a diventare dominante proprio nella zona inglese. Il programma REACT-1, guidato da un team dell’Imperial College di Londra, ha rivelato che “tra le persone positive, quelle che erano state vaccinate avevano in media una carica virale inferiore rispetto alle non vaccinate”, ma non nulla. I risultati differiscono lievemente poiché i test in questione sono stati campionari e su base volontaria. Il parere degli esperti, ad ogni modo, è concorde. “Pensiamo sia davvero importante vaccinare con doppia dose il maggior numero di persone, e in particolare i gruppi più giovani, il prima possibile”, ha detto l’epidemiologo Paul Elliott.