Grazie Gino Strada, da parte di tutti: a prescindere dalle opinioni politiche di ognuno

11 milioni di persone curate in ventisette anni, in diciotto paesi del mondo. Tutti in modo gratuito: Gino Strada è stato, senza dubbio, un uomo che ha cercato di migliorare il mondo. In Italia, è stato spesso strumentalizzato ed attaccato per i consueti giochi di opportunità politica.

Con Gino Strada se ne va una persona che senza alcun dubbio ha provato a dare un contributo a rendere il mondo un posto migliore. Emergency ha curato undici milioni di persone in poco meno di trent’anni, la maggior parte dei quali in zona di guerra. Un chirurgo formato a livello internazionale che a quarant’anni decide di dedicarsi ai feriti di guerra e poco dopo fonda una associazione umanitaria che si prende cura dei feriti anche gravi in zona di guerra e della loro riabilitazione: questo era, in sintesi, Gino Strada.

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Una figura da considerare un motivo di orgoglio, per noi italiani. A prescindere da ogni altra considerazione. Eppure la stantia, rancorosa, banale ed opportunista classe politica italiana è riuscita a fare polemica anche su una figura del genere, tentando di strumentalizzare le sue parole ed il suo operato. Come è possibile attaccare o provare a guadagnare consenso sfruttando l’operato di una persona come Strada? Eppure è successo: attacchi da destra, tentativi di “tirarlo dentro” dalla propria parte da parte della sinistra.

Eppure Strada ne aveva per tutti: dalla definizione di “buffoncello” a quando lo accusò di paragonare il salvataggio di vite umane ad una “idea politica”, con Matteo Salvini la tensione fu sempre alta, ad esempio. Ma anche nei confronti del PD non fu tenero: ricordiamo quando, alla domanda di un giornalista sull’eventualità (mai reale) di una sua candidatura con i Dem, lui rispose affermando che tra loro e Salvini non c’erano poi troppe differenze rispetto alcuni temi. Insomma, un uomo dalle idee evidenti e chiare, ma che non ha mai accettato compromessi rispetto il suo obbiettivo umano e professionale: salvare vite umane.

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E quindi era normale per lui prendere alcune posizioni che lo ponevano certamente distante da alcuni modi di guardare non solo la politica, ma la vita e l’umanità. Quale posizione avrebbe dovuto avere, ad esempio, rispetto ai migranti che attraversavano il mare, morendo a migliaia? Salvarli, a qualsiasi costo. E come avrebbe dovuto porsi rispetto alla guerra, lui che la conosceva cos’ da vicino? Evitarla, a qualsiasi costo. Al centro del suo pensiero e della sua azione c’era la vita e la salute delle persone, da tutelare sopra ogni altra cosa. Il diritto ad essere curato di chi non aveva nulla, di chi viveva in mezzo alla violenza, alla distruzione. Visioni che sono certamente lontane da altri modi di pensare, ma che lui non ha provato mai ad imporre: faceva il medico, non il politico. Eppure spesso è stato tirato in mezzo al dibattito politico. Perchè? Forse per l’esempio che dava, a prescindere dalla visione: Gino Strada era uno che faceva coincidere perfettamente le parole ai fatti. Ed in Italia questo esempio fa paura, soprattutto alla politica: sia a destra che a sinistra.

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