L’Africa sta combattendo con il virus «Marburg», che appartiene alla stessa famiglia di quello dell’Ebola e viene trasmesso dai pipistrelli: il primo caso nel genere umano è stato registrato poco tempo fa in Guinea. La malattia è altamente contagiosa che causa una febbre emorragica ad elevata mortalità. L’Oms, tuttavia, al momento ritiene che la minaccia sia «alta» solo a livello nazionale e regionale, non a livello internazionale.
Il virus «Marburg» sta terrorizzando l’Africa. Alcuni focolai circoscritti, in passato, erano stati registrati in in Sud Africa, Angola, Kenya, Uganda e Repubblica Democratica del Congo. La malattia, tuttavia, adesso è arrivata anche in Africa occidentale. Ieri sera, infatti, i Governo della Guinea ha annunciato il primo caso attraverso una dichiarazione ufficiale. Una notizia che dà preoccupazione. L’infezione, infatti, è molto contagiosa ed il tasso di mortalità è elevato. Il timore è che possa scatenarsi una nuova epidemia, a poco tempo dalla fine del Paese di quella provocata dal virus dell’Ebola, che appartiene alla medesima famiglia.
Il virus «Marburg» nasce dai cosiddetti pipistrelli della frutta, noti anche come volpi volanti, che vivono soprattutto nelle foreste dell’Africa subsahariana. Esso appartiene alla medesima famiglia del virus che provoca l’Ebola. Nel genere umano la malattia si diffonde attraverso la manipolazione di animali infetti, vivi o morti, oppure tramite il contatto diretto con la pelle o i fluidi corporei di persone infette o ancora con superfici e materiali contaminati. La contagiosità è molto elevata.
L’infezione da virus «Marburg», così come quella da virus Ebola, provoca febbre emorragica. La sintomatologia esordisce con temperatura corporea elevata, dolori muscolari e generalizzati, cefalea, tosse e mal di gola, seguiti da vomito e diarrea, oltre a sanguinamento da bocca, naso od organi interni. I primi segnali si manifestano dai due ai venti giorni dal contagio. La malattia frequentemente può essere letale, soprattutto nel caso in cui il paziente non venga sottoposto al più presto alle cure necessarie. La diagnosi può avvenire tramite esame del sangue oppure delle urine.
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L’Organizzazione mondiale per la Sanità, a seguito della notizia del primo caso di virus «Marburg» nell’uomo in Africa occidentale, ha voluto chiarire la questione. «La malattia da virus di Marburg, che appartiene alla stessa famiglia del virus responsabile» dell’Ebola, «è stata rilevata meno di due mesi dopo che la Guinea ha dichiarato la fine dell’epidemia di Ebola scoppiata all’inizio dell’anno», ha precisato l’ufficio africano. Al momento, ad ogni modo, non è necessario allarmarsi. La minaccia è da considerarsi «alta» soltanto a livello nazionale e regionale, ma «bassa» su scala internazionale.
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La Guinea, intanto, si sta attrezzando al fine di arginare la diffusione del virus ed evitare, dunque, una nuova epidemia. «L’indagine avviata dal 4 agosto 2021 attorno al caso non ha rivelato altri casi sospetti di febbre di Marburg. Tuttavia, sono stati elencati e seguiti quotidianamente 155 casi di contatto», ha affermato l’esecutivo.
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