Una lite tra un 19enne e un uomo di origine tunisina sfocia nell’omicidio di quest’ultimo. Il giovane ha raccontato la sua versione.
Arrivano i primi dettagli sulla vicenda dell’omicidio di un uomo di origine tunisina ucciso ieri a Bergamo a seguito di una lite. La vittima è un 34enne, Marouan Tayari, che stava passeggiando con moglie e due figli (di cui un neonato) per le vie del centro della città. Una spallata contro un ragazzo per via della confusione, la discussione sciocca che sfocia in una lite. poi tutto finisce lì. E invece no, perché Alessandro Patelli, il giovane 19enne italiano che stava litigando con Tayari, rientra in casa, afferra un coltello e torna in strada per accoltellarlo al petto.
Per il padre dei due bimbi non c’è stato nulla da fare, vani i soccorsi intervenuti sul posto: Marouan Tayari è morto quasi immediatamente davanti alla sua famiglia, nonostante i medici siano arrivati rapidamente. Il fatto è avvenuto in via Novelli, strada che collega viale Papa Giovanni XXIII, la via che dalla stazione ferroviaria porta verso Bergamo Alta, con via Paglia. L’uomo è morto per le ferite di ben cinque coltellate.
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Il ragazzo ora si trova in stato di fermo presso il commissariato di Polizia di Bergamo, l’arma utilizzata è un coltellino a serramanico e dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario. Patelli, di professione giardiniere insieme al padre e al fratello, ha risposto alle domande del giudice fino a tarda notte. Ha raccontato di essere diretto a Trescore Balneario per lavorare al terreno di famiglia e che porta sempre con sé il coltellino per fare dei lavori: “Sono uscito ed erano seduti sui gradini. Stavo ascoltando musica e non ho capito che cosa la vittima mi ha detto. Sono arrivato al motorino e mi sono reso conto che non avevo il casco. Allora sono tornato in casa a prenderlo” ha raccontato.
Patelli dunque riporta una versione secondo la quale sarebbe risceso in strada, Tayari lo cercava per continuare l’alterco, in tutta risposta Patelli gli faceva sapere di essere armato. Il tunisino si levava la maglietta per mostrare le ferite e fare capire che non aveva paura, poi li spingeva e lo minacciava con una bottiglia vuota. A quel punto il ragazzo reagiva e lo accoltellava. Questa è la prima versione del ragazzo che però non convince gli inquirenti. Si attende di capire cosa hanno raccontato i testimoni dell’accaduto.
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“Quella è una zona ‘difficile’, spesso associata a problemi di sicurezza, oggetto per questo di assidua vigilanza – afferma il sindaco di Bergamo Giorgio Gori commentando l’accaduto e descrivendo il quartiere dove è avvenuto l’omicidio – Nulla tuttavia può giustificare un atto così efferato, che fa pensare piuttosto a un momento di follia”.